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L’Oro Blu di casa

  11 Novembre 2016

Acqua naturale potabile, un tesoro a portata di rubinetto

Il cittadino non si crucci: l’acqua pubblica è buona da bere.

“L’acqua destinata al consumo umano” per il Decreto Legislativo 31/01, deve essere “batteriologicamente pura ed esente da pericoli”. “Pura”, non sterile: che una certa flora batterica innocua sia presente, non è un problema. Ed eventuali metalli e sostanze inorganiche sono accettabili, se rientrano nei limiti stabiliti.

Origine, percorso ed erogazione dell’acqua le donano determinate caratteristiche chimico-fisiche, oltre che organolettiche. Ad esempio, una sorgente ricca di anidride carbonica rende l’acqua leggermente acida (ne determina il valore di pH: 6.5-9.5 unità) mentre una falda acquifera con i sali giusti in qualità e quantità (residuo fisso: massimo 1500 milligrammi su litro) la rende utile dal punto di vista nutritivo. Invece, la presenza di calcio e magnesio ne stabiliscono la “durezza”: tra 15 (acqua più “molle”) e 50 gradi francesi.

Queste caratteristiche sono alcune di quelle tenute sotto osservazione dagli organismi di controllo dell’acqua. Per questo, l’acqua pubblica, sino a eventuali provvedimenti municipali, risulta sicura.

Per l’approvvigionamento, nei Comuni ecologicamente lungimiranti, oltre alle classiche fontanine, vi sono le case dell’acqua: con pochi centesimi è possibile riempire le proprie bottiglie di acqua fresca.

Anche frizzante, con un sovrapprezzo irrisorio. Stesso discorso vale per l’acqua domestica che, volendo, potreste:

  • CONTROLLARE ALLA FONTE: niente rabdomanzia. Basta un click: i comuni virtuosi presentano sui loro siti i risultati delle analisi dell’acqua di zona.
  • CONTROLLARE DAL RUBINETTO: l’acqua deve essere inodore e limpida. Esistono kit per analizzare alcuni parametri (durezza, pH) per avere stime abbastanza affidabili. I più miscredenti possono rivolgersi a laboratori, privati o ASL, cui portare un campione.
  • DECLORARE: il cloro è un efficiente disinfettante usato in acquedotto. Se ne sentite l’odore caratteristico, lasciate scorrere via un po’ d’acqua prima di usufruirne subito o raccoglietela e lasciatela decantare per circa mezz’ora prima dell’uso.
  • DEPURARE: addolcire o filtrare, quindi. Ciò facilita la cottura di alcuni alimenti e migliora il sapore degli infusi.
  • GASARE: con le sempreverdi bustine di bicarbonato di sodio o con gasatori meccanici con i quali rendereste persistente la frizzantezza.
  • AROMATIZZARE: con frutta o agrumi, verdura (il cetriolo come mineralizzante), erbe aromatiche (la menta rinfresca) o particolari piante (lo zenzero aiuta contro i bruciori di stomaco). Lasciate in ammollo per una notte. La frutta/verdura usata può essere riutilizzata come spuntino!
  • RICICLARE: per gli ecofriendly. Potete reimpiegare il risciacquo di vegetali (senza disinfettanti/bicarbonato) per innaffiare le vostre piante.

> di dott. Antonio Liccardo (biologo)

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