Una visione vincente: l’intervista a De Magistris.
23 Dicembre 2016Le possibilità di sviluppo del porto di Napoli, secondo Luigi De Magistris.
“Il porto è uno dei più grandi motori di sviluppo di Napoli. Un motore che in questi anni di commissariamento è stato tenuto in officina. Adesso bisogna farlo funzionare per consolidare il rapporto con il mare e la città”. Per Luigi de Magistris, primo cittadino del capoluogo campano e sindaco della Città Metropolitana, lo scalo marittimo rappresenta una delle grandi opportunità per rilanciare e sostenere non sono l’economia cittadina e regionale, ma anche la vivibilità e il turismo.
Sindaco, quali sono gli interventi immediati per rendere più stretto il rapporto tra Napoli e il porto?
Prima di tutto l’eliminazione delle barriere che distanziano l’area portuale dalla città, quindi i lavori di riqualificazione del molo Beverello, l’apertura del molo San Vincenzo e l’insediamento di attività turistico-culturali all’interno della stazione marittima. In questi anni abbiamo messo in campo molte iniziative per favorire lo sviluppo urbano attraverso il porto, con ricadute anche sull’area vasta, visto che la legge affida la presenza nel Consiglio di governance del porto al sindaco della Città Metropolitana. In tal senso abbiamo inserito nel documento di programmazione economico finanziaria la mobilità via mare da Pozzuoli a Sorrento. Questa è una grandissima sfida perché il porto e il mare sono anche occasioni che possono alleggerire l’inquinamento e il traffico, e migliorare notevolmente la mobilità in un’area complicata come quella metropolitana di Napoli.
Concluso il commissariamento, che iniziative possono essere messe in campo per rendere dinamico lo scalo marittimo?
In questi anni il porto ha sofferto molto per questa inerzia politica, al di là della volontà e della capacità dei singoli commissari che hanno svolto una funzione di gestione ordinaria, quindi senza strategia, senza visioni, senza nemmeno quella passione, forza e determinazione di incidere sullo sviluppo. Mi sono battuto moltissimo per il superamento del commissariamento e assicureremo al nuovo presidente il massimo di cooperazione istituzionale, per aprire nuove prospettiva: porteremo idee e proposte, alcune già sviluppate sul piano progettuale, ovviamente senza che nessuno possa mai pensare che si possa fare qualcosa calata dall’alto, senza la città.
Che infrastrutture e dotazioni sono necessarie per rendere il porto attrattivo per gli investimenti?
Importante è la gara sul dragaggio che consentirà l’avvicinamento l’ormeggio in banchina delle navi di ultima generazione, di maggiore tonnellaggio e pescaggio. Poi, ripeto, c’è bisogno di una riqualificazione complessiva e di un rilancio del porto come interfaccia con la città: partirei subito con il molo Beverello, nella prospettiva della nuova sistemazione di piazza Municipio, grosso snodo di interazione con lo scalo marittimo, con il completamento dei lavori di collegamento tra le linee 1 e 6 della Metropolitana, che saranno completati entro il 2018 la sistemazione del Parco archeologico, che è stato finanziato con il Patto per Napoli. Sarà una delle piazze più belle del mondo. Poi l’apertura del molo San Vincenzo, che diventerà una grande passeggiata a mare, operazione per la quale sono in fase avanzata i colloqui con la Marina Militare.
Il mare tornerà a bagnare Napoli?
La nostra visione, e quindi gli interventi sullo scalo marittimo, si inseriscono nella prospettiva più ampia della Città Metropolitana: a partire dalla bonifica di Bagnoli, per migliorare in modo complessivo la qualità ambientale del Golfo, per poi passare alla Darsena di Levante e riprendere con il presidente dell’Autorità Portuale anche il discorso del porto turistico di Vigliena, interrotto per questioni legate alla sostenibilità dell’opera da parte degli imprenditori che si erano lanciati in quel progetto. In quest’area c’è da risolvere il problema della depurazione definitiva del quartiere San Giovanni, con opere finanziate nel Patto per Napoli per arginare una delle principali fonti di inquinamento che impediscono la balneabilità nella città. Sul fronte ambientale stiamo lavorando molto sull’area di Napoli Est, come grande snodo su ferro, per ridurre drasticamente, soprattutto nell’area portuale, il trasporto su gomma, che comporta un forte inquinamento cittadino. Abbiamo convinto l’Autorità portuale ad emettere un’ordinanza per l’elettrificazione delle banchine con centraline di collegamento con le navi all’attracco, per evitare di far mantenere accesi i motori, che producono smog. Ma il porto non è solo attività crocieristica, che alimenta il turismo in forte crescita per Napoli, ma anche industria, con la cantieristica che fa parte del Dna della nostra area metropolitana, e il comparto mercantile, di forte supporto alle attività commerciali: noi abbiamo dato anche la disponibilità a essere operativi e collaborativi per modificare il Piano regolatore portuale con la possibilità di intervenire e di utilizzare correttamente i fondi europei, perché nei cinque anni di commissariamento abbiamo purtroppo assistito al definanziamento dei progetti dell’Autorità portuale. Oggi possono convivere, in tutta trasparenza e correttezza, finanziamenti pubblici con quelli privati.
In una visione regionale di sistema, quale deve essere l’articolazione con le altre strutture portuali e interportuali?
E’ inutile farsi la guerra tra alleati: Napoli, Salerno, ma anche Civitavecchia, devono lavorare insieme, perché oggi c’è la possibilità, attraverso il mare, di avere enormi possibilità di sviluppo enorme. Napoli e Salerno devono collaborare nella consapevolezza che il capoluogo della regione è Napoli, che è la sede della Città Metropolitana, oltre ad essere uno dei più grandi e potenti porti del mondo: quindi, non si può pensare a fare paragoni che non esistono.
>di Francesco Bellofatto