La Cantata Dei Pastori: la tradizione natalizia sempre attuale!
25 Dicembre 2016Il presepe e La Cantata dei pastori si fondono in emozioni.
La Cantata dei Pastori è un’opera teatrale che resiste ai secoli. La sua prima edizione risale al 1698 quando l’abate Andrea Perrucci scrisse, su richiesta dei Padri Gesuiti, l’opera con il nome “Il Vero Lume tra l’Ombre”, ovvero “la Spelonca Arricchita per la Nascita del Verbo Umanato”.
L’opera fu commissionata per distogliere il popolo napoletano dagli spettacoli blasfemi che in quel periodo erano diffusi a Napoli. Da allora il testo è stato più volte riscritto e arricchito di nuovi personaggi e, infatti, non è possibile dire quante diverse versioni e rifacimenti abbia avuto. Tra le tante, però, ne spicca una: quella realizzata dal maestro Roberto De Simone con la Nuova Compagnia di Canto Popolare mediante un certosino lavoro di recupero.
«Le prime modifiche alla Cantata furono fatte dallo stesso popolo napoletano che – ha spiegato il maestro Peppe Barra – annoiato dal linguaggio e dalla sua lungaggine (durava cinque ore) fece propria la Cantata procedendo a tagli e arricchendola con un nuovo personaggio: Sarchiapone che insieme a Razzullo diventarono i beniamini del pubblico che addirittura, per assistere alla sua rappresentazione, disertava la messa di mezzanotte. Il testo sacro assunse però toni sempre più comici e scurrili e quindi per un periodo fu censurato».
Natale, soprattutto a Napoli, è il presepe e le sue tradizioni e quindi anche La Cantata dei pastori, che è la rappresentazione del presepe in movimento. Il sociologo Antonio Orfelli, ricercatore della tradizione napoletana, ha spiegato: «Dagli anni ’70 in poi il presepe ha assunto nuovo vigore. San Gregorio Armeno con le sue botteghe artigiane è la dimostrazione di questa continua attenzione al presepe e ai suoi personaggi. Sono tante e diverse le letture che possono darsi del presepe – ha proseguito il sociologo – in base alla sua realizzazione. La più emblematica è il presepe a spirale, quello che a volte ritroviamo sotto le campane di vetro, in quanto meglio di altri rappresenta l’idea del viaggio alla scoperta della vera “Luce”. Infatti, questo tipo di presepe parte dall’alto con Benino il pastore dormiente che ci porta, attraverso un percorso a tappe, a scoprire il “vero Lume”: la grotta dove nasce il bambino Gesù».
Sulla coralità dei personaggi del presepe e di riflesso della Cantata si è espresso anche il maestro Barra che da quarant’anni la porta in scena. «La cantata dei Pastori non è un semplice spettacolo, ma una sacra rappresentazione con risvolti socio-politici e religiosi» ha precisato il maestro. «Personalmente la rinnovo anno dopo anno, l’ho riscritta con il mio amico Memoli e la rinverdisco con modifiche ora al testo, ora alla scenografia, ora alle musiche, cosicchè la cantata resta viva». Come da tradizione, anche quest’anno, la Cantata dei pastori verrà rappresentata al Teatro Trianon e inoltre per la prima volta è in programma sul palco di un teatro lirico come il Bellini di Catania.
«Il termine “Cantata” – ha precisato il maestro Barra- non deve indurre in errore in quanto l’unica musica canonica presente alla sua prima edizione era Quannno nascette ninno di sant’Alfonso Maria dei Liguori proprio del 1698. Nel tempo si aggiunsero testi famosi della tradizione musicale napoletana che cantavano Razzullo e Sarchiapone. Oggi ritroviamo i testi e le musiche di maestri come Columbro, De Simone e Cannavacciuolo».
Tante versioni e interpretazioni si sono susseguite nel tempo anche se tutt’oggi appare impossibile trasmettere le sensazioni di questo spettacolo, eco di tempi lontani, delle nostre radici. Un vero e proprio documento storico in grado di emozionare solo partecipando alla sua visione.