Il Teatro che porta nuova Vita al Quartiere Sanità
16 Gennaio 2017Con il drammaturgo Mario Gelardi, alle prese con la direzione de “La paranza dei bambini” al Nuovo Teatro Sanità
«Non ancora concluso il mio libro, ho proposto a Mario Gelardi di farne una riduzione teatrale per il Nuovo Teatro Sanità». Lo aveva già annunciato negli scorsi mesi lo scrittore Roberto Saviano. Mario Gelardi, drammaturgo, regista teatrale, direttore di un teatro resistente avrebbe diretto la trasposizione teatrale de “La paranza dei bambini”, in programma ad aprile. Per Dodici abbiamo intervistato il drammaturgo napoletano. Da un quartiere di immensa bellezza abbiamo parlato di un avamposto di legalità, il Nuovo Teatro Sanità.
Dal 2013 ha assunto la direzione artistica del Nuovo Teatro Sanità, un teatro nel centro storico di Napoli, allestito all’interno di una chiesa settecentesca, in uno dei quartieri più belli e controversi della metropoli. Quale significato dà a questa sua esperienza?
Sicuramente è un esperienza che muta con lo scorrere del tempo. Il quartiere sta cambiando, in meglio. Le nuove generazioni qui maturano una coscienza sociale molto elevata. Tra il quartiere e il teatro v’è un rapporto di scambio. Numerosissimi sono i ragazzi che frequentano questo luogo. Abbiamo imparato a conoscere i quartiere. Abbiamo deciso di diventare un teatro di quartiere, un teatro civile, un teatro che sia permeabile alla società.
Prima delle ultime elezioni amministrative cittadine, ha rivolto una lettera – pubblicata dalla testata Quarta Parete – ai futuri candidati alle circoscrizioni e al Comune di Napoli. Ha parlato di un progetto culturale globale: della tempistica per l’emanazione dei bandi per la promozione delle iniziative, del trattamento dei lavoratori della cultura, della gestione degli spazi tenuti chiusi, del lavoro di informazione rivolto agli operatori di settore.
A suo parere, qual è lo stato di gestione dell’apparato culturale cittadino, con riferimenti al teatro?
Sapevo che le mie proposte non sarebbero state raccolte. Tante volte ci interroghiamo sul da farsi. Ho provato a dire la mia. La tempistica è anche trasparenza. Ai bandi deve essere data a tutti la possibilità aderirvi. Con tempi ristretti, si restringono le possibilità per i giovani, per le compagnie emergenti, per coloro che hanno meno mezzi per individuare e poi partecipare ai concorsi pubblici. Le criticità aumentano in presenza dei bandi europei, spesso presentati in lingue straniere. Senza un aiuto vero sull’informazione è davvero complicato cogliere queste opportunità. Credo che sulla tempistica e sulla chiarezza vi sia ancora da lavorare. Ho delle difficoltà a ritrovarmi nella gestione della vita culturale della Città.
Parliamo della stagione del Nuovo Teatro Sanità. Emerge un cartellone ricco e variegato, con nomi quali Renato Carpentieri, Enzo Moscato, Toni Servillo…
Negli anni precedenti abbiamo avuto difficoltà nel redigere il cartellone, anche per la situazione critica nel quartiere. Come se qualche artista avesse paura di venire qui, nel rione Sanità. Qualcuno l’ha detto apertamente. Ogni anno abbiamo ricominciato daccapo. Quest’anno la voglia è grande. Qui si avvertono quell’amore, quella passione, quell’accoglienza. È un clima diverso, tanto dai teatri indipendenti, considerati off, quanto da quelli ufficiali. Esiste un’etica del teatro e del lavoro, alla quale teniamo moltissimo.
A dieci anni da “Gomorra”, dirigerà “La paranza dei bambini”, un lavoro dall’ultimo libro di Roberto Saviano. Quali sviluppi dobbiamo aspettarci?
Avevamo qualcosa di nuovo da raccontare, di una camorra che assolda e cattura questi ragazzi così giovani, spesso ancora più pericolosi non avendo riferimenti, dalla violenza animalesca perché scoordinata. Hanno voglia di fare carriera. Roberto aveva il desiderio di coinvolgere i ragazzi conosciuti in questi luoghi durante questi ultimi due anni. Sarà uno spettacolo con numerose storie e numerosi attori, che saranno tutti molto giovani.
È difficile, oggi, fare teatro civile in Italia?
Il teatro civile ormai in questo Paese è sparito, essenzialmente per due motivi. È difficile coniugare il teatro con l’inchiesta. I direttori dei teatri preferiscono conduzioni più tranquille. “La paranza dei bambini” sarà prodotto dal Nuovo Teatro Sanità, come teatro indipendente. Tutto ciò necessita di un grande impegno. Era l’unica maniera per essere completamente liberi. In conclusione, credo che il teatro civile sia quasi completamente sparito, se non nel coraggio di alcuni, tra i quali voglio citare Claudio Fava.
Qual è il futuro – non scritto – per questo avamposto di legalità all’interno del quartiere?
Sono molto ottimista. Stiamo allevando una generazione di ragazzi straordinari, che hanno carattere, voglia d’imparare, voglia di cambiare. Riprendendo le espressioni di Padre Antonio Loffredo, penso che il futuro, se messo nelle mani dei giovani, possa essere davvero molto luminoso. Strappiamo questo quartiere da una generazione che l’ha massacrato.
>Di Danilo Capone