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Anton Dohrn: l’eccellenza che affaccia sul mare.

  31 Gennaio 2017

Il presidente Roberto Danovaro: Il recupero di Bagnoli è la nostra prossima sfida

La Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli è dal 1875 Centro di eccellenza scientifica con progetti di ricerca all’avanguardia nel panorama internazionale.

Ente pubblico di Ricerca vigilato dal Ministero della Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) è una realtà dinamica con diversi laboratori di ricerca, lo storico acquario, oggi in ristrutturazione, e un ospedale per le tartarughe marine. Non solo, è anche un importante centro di formazione con la Laurea del mare, in collaborazione con l’Università Federico II e la possibilità di completare il percorso di studi con un Dottorato internazionale in collaborazione con l’Università inglese. Dal 2013 il Professor Roberto Danovaro è il Presidente della Stazione Zoologica Dohrn, noi di Dodici lo abbiamo incontrato per parlare di questa eccellenza.

Presidente in questi anni quali sono stati i progetti e traguardi più importanti raggiunti?

Numerosi progetti sono stati completati tra cui quelli che hanno attraversato gli oceani del mondo che, per la diversità delle componenti microbiche in essi presenti, sono considerati il più grande tesoro sconosciuto di risorse di potenziale utilizzo. La maggior parte delle diversità del globo è negli oceani, quindi questi rappresentano l’ultima frontiera che si sonda anche con le tecnologie più avanzate. Al riguardo uno dei piu importanti traguardi raggiunti è l’avviamento dell’infrastruttura europea EMBRC, (European Marine Biology Resource Centre, Centro Europeo di Risorse Biologiche Marine) che si pone come obiettivo di fornire gli organismi e la ricerca marina per gli scopi di sviluppo industriale. L’Italia, anche grazie alla stazione zoologica, è all’interno dell’OCSE nel progetto Oceani e a dicembre verrà confermata la conferenza che si farà a Napoli nel 2017 sull’economia mondiale degli oceani.

Quali invece le ambizioni future?

Quella di creare a Napoli il polo italiano delle biotecnologie marine ed ecosostenibili, ovvero una struttura che permetta di mettere assieme le migliori competenze nell’ambito delle biotecnologie marine e offrirle in funzione dello sviluppo industriale, fungendo anche da incubatore per le imprese o da servizio per la ricerca, che molte strutture industriali non possono fare. Le biotecnologie sono la sfida del futuro e le sue applicazioni sono molteplici.

Ad esempio?

Sicuramente, le più note sono nell’ambito dei farmaci: identificare nuove molecole. Molte di queste, anche tumorali, sono infatti di origine marina. Anche poi lo studio die biomateriali marini possono dare vantaggi notevoli al settore industriale, così come quello dei processi industriali, cioè molecole che permettono di funzionare in condizioni estreme (freddo, caldo), senza contare poi i vantaggi possibili con la ricerca sulla nutraceutica per sviluppare integratori di prodotti alimentari e infine la possibilità di un biorisamanemto degli ambienti marini contaminati.

Quali progetti partiranno a cavallo del nuovo anno?

Partiremo con un grande progetto relativo a Bagnoli, si tratta di sviluppare il più grande progetto di recupero di ambiente contaminato mai fatto in Europa. Quest’incarico rappresenta un vero servizio che la scienza può fare al Paese.

L’acquario è in ristrutturazione, quali novità sono previste?

La ristrutturazione della biblioteca ci permetterà di espandere l’acquario di oltre il 50% e sarà l’acquario della scienza ovvero faremo vedere come gli organismi marini hanno contribuito alla nostra conoscenza oltre a continuare ad essere, come nell’idea di Dohrn, una finestra sotto il mare.

Qui il sito ufficiale.

Di Claudia Prezioso

 

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