Vino, il ruolo dell’Università
27 Novembre 2017
Vino: Matteo Lorito, Direttore del Dipartimento di Agraria, annuncia un Polo Museale alla Reggia di Portici
Il vino e tutta la filiera vitivinicola sono fondamentali per l’economia campana e nazionale: “come export – spiega Matteo Lorito, direttore del Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II – il vino è di gran lunga la componente più importante di tutto l’agroalimentare, e anche le istituzioni antiche e famose, come l’università, stanno investendo su questa tematica. In particolare, la Federico II ha attivato quest’anno il nuovo Corso di Laurea Magistrale in Scienze Enologiche, che si innesta sul preesistente Corso Triennale in Enologia e Viticoltura, andando a costituire nel nostro Polo Enologico di Avellino la sede più importante nell’Italia Meridionale per poter acquisire conoscenze in campo enologico e di viticoltura. C’è un grande investimento in termini di risorse da parte dell’Ateneo Federiciano, che è la più grande Università del Sud, seconda in Italia dopo la Sapienza, perché c’è una consapevolezza che il settore vitivinicolo rappresenta un elemento importante dell’economia regionale e nazionale, e anche una richiesta importante da parte del mondo del lavoro e degli studenti”.
Qual è il contributo della ricerca sullo sviluppo del settore?
E’ oggi determinante, perché se è vero che nella produzione del vino esiste anche un modo tradizionale di operare, e quindi non sempre i produttori sono aperti alle novità, sul lato produttivo, in campo, ovvero su come ottenere le uve migliori e la necessità di ridurre la chimica rappresentano grandi opportunità per la ricerca, che oggi è già disponibile, con l’implementazione di nuovi disciplinari in cui soluzioni biologiche alternative vengono utilizzate insieme e in maniera integrata rispetto alla lotta e al trattamento chimico per ottenere uva e vino con residui di pesticidi più bassi possibile.
Cosa rappresenta il vino per l’economia del territorio in Campania?
Il vino è un elemento importantissimo per l’economia ma anche per il benessere e per il piacere della vita, nonché e anche per sostenere quello che è il grande tema della dieta mediterranea. Il vino, in particolare quello rosso, che è ricco in polifenoli e antiossidanti, bevuto in maniera limitata fa senz’altro bene, e quindi oggi viene utilizzato non più come un alimento, ma come una bevanda che in alcuni casi ha degli aspetti di tipo funzionale e nutrizionale. Il vino per la Campania ha una grande valenza, anche se i vini campani all’estero non sono così famosi come quelli toscani o piemontesi, perché la regione in termini di biodiversità delle varietà disponibili sul mercato è tra le più alte in Italia. Noi possiamo vantare quasi trenta varietà diverse di vitigni che producono vini di grande qualità e quindi, di conseguenza, è una componente importante dell’agroalimentare campano, particolarmente significativa del PIL regionale, di assoluto valore e che viene oramai riconosciuta sia a livello scientifico sia a livello politico, basta vedere i bandi regionali che sono stati appena pubblicati.
Quali iniziative museali sono previste per rafforzare il Polo Museale della Reggia di Portici?
La Reggia di Portici, dove ha sede Agraria, oltre a raccogliere il Dipartimento, che peraltro da un punto di vista scientifico ha una posizione molto elevata, secondo la valutazione del MIUR siamo secondi in Italia su trenta sedi, accogliamo anche un bene monumentale importante, che è l’intera Reggia di Portici, con 40 ettari di bosco, all’interno del quale, nei 145 anni dalla fondazione dell’allora Regia Scuola Superiore di Agricoltura, abbiamo raccolto una grande quantità di materiale da collezione di Scienze Agrarie, Mineralogia, Entmologia, Orto Botanico, macchine agricole, strumenti per valutare la produzione animale, erbari storici. A questo si aggiunge il Museo Ercolanense, che pure ha sede da noi, che richiama la vecchia collezione voluta da Carlo di Borbone, ovvero il fondatore della Reggia di Portici, per raccogliere i reperti che venivano fuori a Ercolano e Pompei: quindi un sistema museale articolato all’interno del quale stiamo valutando la possibilità di inserire anche un Museo che possa essere dedicato ala storia del vino, dove il vino e la viticoltura in generale hanno un’associazione molto intima con lo sviluppo della nostra civiltà, basti pensare che ai tempi dei romani, quando uno voleva male a una persona, la tipica frase era “che ti si imbianchi la vigna”, perché una vigna imbiancata, colpita dall’ovidia, che forma una muffa bianca sulle foglie rappresentava una sofferenza per il soggetto, visto che all’epoca quasi tutti avevano una vigna da cui trarre un alimento nutrizionale che era il vino. C’è molta storia intorno alla viticoltura e all’interazione sociale che spesso è stata mediata da vino e dall’economia che ne deriva: noi speriamo di raccogliere tutto questo in un museo da associare al nostro Centro Museale delle Scienze Agrarie di Portici.
> di Eugenio Gervasio