NUOVI LINGUAGGI DELL’ARTE: L’ACCADEMIA COME IMPRESA
28 Dicembre 2017
Prima istituzione a Napoli (1752) rivolta all’educazione alle arti figurative sotto la tutela e il controllo dello Stato, l’Accademia di Belle Arti (ri)trova nella sua stessa, originaria vocazione, la sua mission contemporanea: quella di assolvere ad una funzione di pubblica utilità da un lato, ed accentrare le migliori energie artistiche del Meridione, dall’altro. Alla sua guida da tre anni, e confermato per il triennio a venire, Giuseppe Gaeta, studioso di antropologia delle società complesse, dal 2000 docente di Prima Fascia di Antropologia Culturale all’Accademia di Belle Arti di Catania.
Professore, cosa fa l’Accademia, oggi?
Cominciamo col dire cosa è l’Accademia, oggi. La nostra Istituzione è al centro di un’importante rivoluzione partita nel 1999 (Legge 508/1999) ed in corso ancora oggi. Tale necessaria riforma ha trasformato l’impianto delle Accademie, equiparandole di fatto ad un’istituzione Universitaria a tutti gli effetti, che rilascia diplomi equiparati ed equipollenti alle lauree di I e II livello.
Perché era così importante questa trasformazione?
Perché è cambiato il sistema dei saperi: le competenze estetiche richieste ad un neo-diplomato che si affacci sul mondo del lavoro, che intraprenda una carriera professionale, sono diventate sempre più necessarie. Di qui la necessità di portare a 20 il numero dei corsi di diploma accademico, sviluppati nelle aree delle arti visive, della progettazione artistica, delle nuove tecnologie, delle discipline per lo spettacolo, della comunicazione per il patrimonio artistico e della didattica dell’arte.
Come si colloca oggi l’Accademia sul piano della formazione?
La vastità dell’offerta formativa fa della nostra Accademia uno dei poli di eccellenza del già ricco panorama di istituzioni formative di livello universitario operanti sul territorio. Siamo, con i nostri 3.000 iscritti, secondi solo all’Accademia di Brera e dal 2011 siamo la prima Accademia accreditata in Italia per il restauro. Il nostro obiettivo è quello di formare sì dei progettisti, ma che abbiano anche delle competenze artistiche, una cultura visiva di ampio respiro: non può esserci creatività senza cultura, né innovazione senza conoscenza. In questo senso il nostro modello formativo risulta di particolare fascino e non è forse un caso che tra i corsi più richiesti dagli studenti ce ne siano due apparentemente agli antipodi: quello di Cinema tenuto dal regista Stefano Incerti, e quello di Pittura.
Che ruolo ha, invece, in relazione alla città e alle sue Istituzioni?
Il rapporto tra l’Accademia e il territorio è necessario ogni giorno di più. In accordo con Paolo Ricci che di questa Accademia è Presidente, portiamo avanti la costituzione di un network di relazioni con altre istituzioni formative e culturali, puntando ad una progettualità mirata e di eccellenza, da sviluppare attraverso sinergie efficaci e concrete di collaborazione. In questo senso abbiamo realizzato – e realizziamo – progetti in collaborazione non solo con le Università (Federico II, SUN, Orientale, Suor Orsola Benincasa), ma anche col Teatro Mercadante, il Teatro di San Carlo, il CNR, il Comune di Napoli, la Regione Campania, la Soprintendenza, la Reggia di Caserta. Accanto ad essi, ci sono la Fondazione Eduardo de Filippo, Il Museo Cappella Sansevero, Il Festival di Ravello, la Biblioteca Nazionale, Città della Scienza.
Alla Presidenza dell’Accademia dal 2015, Paolo Ricci, ordinario di Economia aziendale presso l’Università degli Studi del Sannio, docente dell’Università degli studi Roma Tre e presidente di Gbs (Gruppo di studio Bilancio sociale), ha lavorato da un lato in direzione di una normalizzazione della macchina amministrativa – un lavoro lento, lungo, complesso, fatto di aggiornamenti e revisioni dei regolamenti – dall’altro sul piano dell’internazionalizzazione dell’istituzione da sempre meta di artisti, ricercatori e studiosi stranieri, che ha attualmente circa duecento studenti internazionali a tutto vantaggio di uno scambio di relazioni ed esperienze che gli studenti stranieri possono acquisire.I numeri dell’Accademia
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20 corsi di laurea/ 3.000 gli iscritti ogni anno /200 studenti stranieri/80 professori di ruolo/ 200 professori a contratto/ 300 progetti realizzati negli ultimi tre anni.
> di Sarah Galmuzzi