Editori, la necessaria alleanza con il web
19 Gennaio 2018
Un cognome che a Napoli è sinonimo di libri, cresciuto tra gli scaffali dello storica libreria di Port’Alba, Diego Guida, 56 anni, Ceo della Guida editori, è il nuovo presidente dei Piccoli Editori dell’AIE (Associazione Italiana Editori) aderente a Confindustria, che raccoglie oltre 200 case editrici.
“C’è un futuro per i piccoli editor – esordisce Guida – anche se la partita andrà giocata con molta professionalità e soprattutto…pazienza, perché il mondo del libro viaggia ancora molto lentamente, a dispetto delle nuove tecnologie che hanno ridotto le fasi di lavorazione dei testi. Il mercato italiano è difficile: troppa la concentrazione tra 2/3 grandi gruppi che la fanno da padroni, soprattutto perché proprietarie di catene librarie. La sola Mondadori possiede oltre 700 punti vendita in Italia, le Feltrinelli oltre 600 e le Giunti superano le 500 librerie. Per non parlare poi delle catene editoriali religiose come San Paolo e le Dehoniane. Questi gruppi editoriali si scambiano tra loro le “cortesie” di acquistare e dunque proporre nelle loro librerie le loro stesse produzioni a discapito dei piccoli editori, e il “danno” non è di poco conto. Ciononostante, io sono convinto che se i piccoli editori propongono testi di qualità, seppur di nicchia, possono avere un futuro, ed anche di valore culturale importante. Naturalmente dovranno sapersi tenere al passo con i tempi…
E’ possibile un’alleanza tra libro e media digitali?
E’ un tipo di alleanza che è già in atto: i media digitali sono un supporto formidabile per la conoscenza delle produzioni editoriali librarie, ed oramai non se ne può fare a meno, alla luce anche della crisi dei quotidiani e periodici cartacei che è sotto gli occhi di tutti.
Napoli ha grandi tradizioni librarie ed editoriali: come trasmettere l’amore per il libro ai giovani?
Attraverso il lavoro nelle scuole. Le recenti indagini dimostrano ancora una volta che sono proprio i giovani ad essere i lettori forti. A loro è il futuro della lettura ed alle scuole, ai docenti riuscire a mantenere alta questa attenzione: un compito non facile ma che molto spesso stiamo supportando anche noi editori con attività culturali fuori degli orari scolastici: presentazioni di libri, incontro con gli autori, attività formative legate al libro per fare affezionare i ragazzi al modo della scrittura e della lettura.
Città Libro è un buon punto di ripartenza…
Ad un ottimo punto, direi. Dopo i primi timidi avvii, dopo aver voluto pensare per poi impegnarci a costruire un momento per la promozione della lettura, la strada è tutta in discesa. Abbiamo avuto il supporto dell’Assessore Nino Daniele che dal Comune di Napoli ha voluto contribuire per la creazione di Napoli Città Libro mettendo a disposizione i locali del complesso monumentale di San Domenico Maggiore nelle giornate dal 24 al 27 maggio. Abbiamo avuto l’impegno del 8% delle tasse di soggiorno incassate dal Comune per supportare l’iniziativa, a breve sarà pubblicato il bando pubblico per i servizi relativi all’evento di maggio 2018. Ma non ci siamo fermati qui: con gli editori Rosario Bianco e Alessandro Polidoro abbiamo costituito il Comitato Liber@Arte che ha preso contatti con altre realtà del Mezzogiorno per la creazione di una rete di Saloni del libro per valorizzare l’intero Sud d’Italia per la promozione del libro. I primi risultati li abbiamo avuti da Compagnia delle Opere, dalla Biblioteca Nazionale di Napoli, da Legambiente, dall’Università Suor Orsola Benincasa, dalla Federico II, dall’Istituto di Storia Patria, da…insomma stiamo raccogliendo interessi da tanti operatori culturali
Che futuro vede per il mondo del libro?
Il nuovo anno si presenta ricco di opportunità: dovrebbe essere definitivamente approvata la nuova legge sull’editoria libraria e i dati Istat lasciano ben sperare che la crescita della lettura, rappresentata negli ultimi 5 anno con il segno – possa finalmente passare al +…e se è vero che la “ricchezza” di un Paese è commisurata alla sua crescita culturale, dunque sociale e quindi economica .. il 2018 dovrà necessariamente essere un anno importante. La crisi ha messo in ginocchio troppe attività, la chiusura di oltre 400 librerie in tutta Italia, la scomparsa di circa 300 sigle editoriali, la contrazione degli addetti in diverse migliaia di unità; la ripresa economica troverà un mercato diverso da quello degli ultimi anni. Si pensi che il fatturato del libro nel 2011 sperava i 3 miliardi, oggi siamo di poco sopra i 2,7 miliardi di euro… Se però confrontiamo questi dati al fatturato degli altri settori culturali come il cinema che non supera i 600 milioni, la musica ferma ai circa 200 milioni, la tv di poco sotto i 900 milioni/anno…dobbiamo essere ottimisti anche per forza di cose, ma sarà solo l’impegno di tutti a confortare questi dati statistici.
>di Francesco Bellofatto