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FEDERCULTURE: Campania, crescita record

  25 Gennaio 2018

“Finalmente dopo anni bui cominciamo a vedere la luce. Il consumo culturale in Italia è in ripresa e fa registrare un incremento dell’1,7 per cento rispetto all’anno precedente. Significa che il consumo culturale cresce più del consumo medio dei cittadini. Le aree di criticità non mancano, circa il 40 per cento degli italiani durante l’anno non fa esperienze culturali: il nostro compito è contribuire a cambiare questo trend”. Lo ha detto Claudio Bocci, direttore Federculture, presentando il XIII Rapporto annuale Federculture 2017 nel corso del convegno “Impresa cultura”, promosso dall’Ordine dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli.

La Campania è stabilmente la seconda regione per numero di visitatori nei siti statali, nel 2017 ha registrato quasi 9 milioni di visitatori, dato in crescita del 10,6% rispetto all’anno precedente, uno degli incrementi più alti tra le regioni italiane.

E’ una delle regioni che maggiormente attrae pubblico nazionale e internazionale nei propri musei è confermato dal fatto che gli 8,7 milioni di visitatori nei siti regionali rappresentano quasi il 18%, del totale dei visitatori dei musei statali nazionali. Sono, peraltro, campani 7 siti tra i 30 più visitati in Italia.

“A livello territoriale – ha aggiunto Bocci – persiste il divario nei consumi delle famiglie tra l’Italia settentrionale e meridionale (ma in questo caso i dati disponibili permettono di analizzare le differenze regionali in termini di spesa media mensile): per ricreazione, spettacoli e cultura la spesa media mensile, a livello nazionale pari a 130,06 euro al mese, è nettamente superiore al Nord (circa 160 euro) seguita da Centro (129 euro), Sud (90 euro) e Isole (80). In termini assoluti, a Nord Ovest si spendono 80 euro al mese in più rispetto alle Isole, per un totale pari al doppio rispetto all’area insulare”.

“I tesori culturali della Campania sono noti a tutti – evidenzia Vincenzo Moretta, numero uno dei commercialisti partenopei -. Fare buona impresa con la cultura richiede però competenze specifiche e supporto tecnico adeguato: in questo senso i commercialisti intendono dare il loro apporto affinché si consolidi la relazione già avviata tra cultura ed economia e far sì che la cultura possa essere veramente al centro di un progetto integrato di sviluppo economico del nostro territorio”.

Secondo Paolo Giulierini, direttore Museo Archeologico di Napoli Mann: “I numeri parlano chiaro, tutti i grandi attrattori hanno raddoppiato o migliorato del 30 per cento il numero dei visitatori. La questione riguarda anche altri aspetti: gli introiti economici, che sono aumentati a beneficio del bilancio, l’indotto sull’economia locale e sulla filiera del turismo e la presenza dei musei all’estero, in Cina o in Usa, con grandi mostre che consentono di aumentare i fondi e sviluppare un pubblico potenziale che poi tornerà sicuramente sul territorio napoletano”.

“L’aumento degli ingressi nei musei napoletani è di almeno il 45 per cento – ha sottolineato Paolo Iorio, direttore del Museo Filangieri e del “Tesoro di San Gennaro” -, in particolare la zona di via Duomo è stata catalizzante per i turisti. Questo ci fa ben sperare, abbiamo creato da poco la Strada dei musei e speriamo che questo movimento porti sempre maggiori benefici al terziario”.

Pierpaolo Forte, presidente Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – Museo Madre di Napoli, ha rimarcato: “La cultura italiana ha margini di crescita notevoli. Ma dobbiamo capire quanto questo fenomeno possa diventare Pil, sappiamo che la cultura è un serbatoio che produce guadagni a 360 gradi. È un’operazione che dobbiamo portare al Sud, dove siamo un po’ dietro da questo punto di vista”.

Fabio Borghese, Direttore Creactivitas – Creative Economy Lab, ha posto l’accento sul ruolo dei professionisti: “I commercialisti possono dare un contributo fondamentale per connettere la dimensione dell’impresa a quella della cultura perché possono aprire all’impresa tradizionale i percorsi che la cultura offre in termini di crescita”, mentre

Carolina Botti, Direttore A.L. E.S. .S.p.a. (Mibact), si è soffermata sulla norma fiscale Artbonus: “Uno strumento fondamentale per avvicinare il pubblico e il privato in ambito culturale”.

“La cultura è una precondizione dello sviluppo – ha evidenziato Alfonso Andria, presidente Centro Universitario Europeo per i beni culturali -, a Ravello in occasione di ‘Ravello Lab’ sono nate iniziative di natura legislativa con stakeholders pubblici e privati che hanno lavorato in sinergia”. Per Aldo Petrucciani, presidente Commissione gestione imprese della Cultura: “E’ innegabile che la Cultura può e deve rappresentare la piattaforma per lo sviluppo economico e sociale. La Commissione si propone di evidenziare le potenzialità del sistema produttivo culturale e creativo e allo stesso tempo indicare la possibilità di sviluppo (anche di impresa) in campo culturale”.

“La cultura – conclude Concetta Riccio, consigliere delegato dell’Ordine partenopeo – è uno dei settori che potrà sostenere lo sviluppo dell’economia locale, valorizzando l’unicità di proposte d’arte e mestieri se accompagnato in modo consapevole nella creazione, anche per le piccole e medie imprese, dai modelli economici e di business consapevole”.

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