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Elicantropo, esaurita la prima di “Ecce Virgo”

  12 Febbraio 2018

In scena da giovedì 15 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 18) al Teatro Elicantropo di Napoli, in prima nazionale, “Ecce Virgo, storia di una monaca di clausura”, scritto e diretto da Angela Di Maso. Protagonisti Gianni Lamagna e Francesca Rondinella.

Presentato da Antego Produzione, Ecce Virgo, vincitore del premio nazionale di drammaturgia “Fabrizio Romano”, narra di una monaca di clausura che ha una grave colpa da confessare e sente il bisogno di essere assolta. Assoluzione che per lei non significa remissione o liberazione dal peccato commesso, come da precetto cristiano, ma comprensione, condivisione dello stesso. Accettazione.

Sa allora che un prete qualsiasi non solo non l’assolverebbe mai per la gravità delle sue azioni che vanno ben oltre l’impudicizia, ma l’allontanerebbe immediatamente dall’Ordine di appartenenza: da fuori ‘dal’ mondo, per chi vive protetto dalle mura conventuali, ritornerebbe così fuori ‘nel’ mondo. E paradossalmente è proprio la libertà la condizione che più spaventa. L’unico modo che ha per potere ottenere la remissione dei suoi peccati è quello di essere ascoltata da chi è come lei.

Se non lei stessa. Se non lui stesso. A metà tra gli incubi prodotti dalla coscienza e l’amara realtà in cui i due consacrati sopravvivono da morti, comincia il racconto di una parte della storia della chiesa che mai è rimasto confinato alla sola fantasia. Perversa fantasia. Un racconto ordinario, ma proprio in questa ordinarietà risiede un male che dalla notte dei tempi a tutt’oggi è ancora di grande attualità, di denuncia. Di scandalosa vergogna. Le torbide confessioni dei due consacrati sono però anche pretesto per indagare altro e oltre: le conseguenze del non amore.

In una costruzione minimalista, atonale, matematica, geometrica, unisona, di immobilità in cui il teatro è parola, la regia è a specchio. I protagonisti, Lamagna e Rondinella, meglio noti e conosciuti a livello nazionale per essere straordinari interpreti del bel canto, abbandonano la melodia del suono per diventare dissonanza intrisa di intimistico silenzio.

Angela Di Maso, le cui drammaturgie sono vincitrici di importanti riconoscimenti nazionali e internazionali (Avamposti, Ruzzante, Fersen, Quasimodo), non ultima la segnalazione al Piccolo di Milano come migliore autrice, è definita proprio da Enzo Moscato, l’autrice italiana più interessante e originale della drammaturgia femminile contemporanea.

I suoi testi sono stati raccolti in ‘Teatro’, edito da Guida.

Di Maso è anche musicista e proprio il processo di transcodificazione – le drammaturgie vengono composte prima sotto forma musicale e poi rielaborate e tradotte in scrittura scenica – diventa una peculiarità fondamentale e cifra stilistica della sua ricerca teatrale volta allo scandagliamento dell’animo umano.

“La sua scrittura è strumento straordinario di analisi e autoanalisi – scrive il regista Pupi Avati con il quale Di Maso ha collaborato come sceneggiatrice -. Strumento che riversa in un ‘fare’ minimale – ha studiato regia con Gaetano Oliva, attore di Jerzy Marian Grotowski –   in cui la parola, intrisa di suono e silenzio, è protagonista assoluta”.

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