Scomodo, la pizza con gli ingredienti di casa
18 Febbraio 2018
Per capire quanto la pizza non solo sia radicata nel gusto e nella tradizione napoletana, ma rappresenti un forte legame familiare, quello che passa attraverso una delle forme più autentiche di affetto, il cibo, basta ripercorrere la storia delle famiglie di pizzaioli napoletani. A iniziare dai Coccia, che originano dalla mitica Fortuna, locale alla Maddalena (ad appena pochi metri da piazza Garibaldi) seminascosto da una tenda arancione. La scoperta di Fortuna, dietro suggestioni e racconti di una collega parteno-francese, avvenne un afoso primo pomeriggio di agosto, sotto un caldo all’ombra che tutto suggeriva tranne di gustare una pizza.
Ma la folgorazione delle margherite a bancone fu immediata, e da allora ogni occasione è buona, a ogni ora, per una sosta. E così che ho scoperto lo “scomodo”: impiegati, professionisti, commercianti, che arrivano ognuno con la propria parattella… E’ una radicata usanza napoletana che sopravvive da Fortuna come in qualche altra pizzeria, e nasce all’epoca in cui le famiglie con minori possibilità economiche, pur di non rinunciare al piacere di mangiare la pizza, contenevano i costi portando da casa gli ingredienti per la farcitura al pizzaiolo, al quale non restava altro che stendere, condire e infornare l’impasto.
“Il cliente arrivava in pizzeria con un avanzo di fiordilatte e un culetto di salame (qualcuno si portava da casa pure la passata di pomodoro) e ci chiedeva: Uagliò, mi fai una pizza?”, racconta Ciro Coccia, titolare a Pozzuoli della pizzeria La Dea bendata ma con una storia professionale iniziata a Napoli proprio nella pizzeria della nonna Fortuna. Alla consegna della pizza così preparata al pizzaiolo veniva pagato solo lo “scomodo”, ossia il disturbo.
Proprio partendo da questi suoi ricordi personali Ciro Coccia, con la collaborazione di Laura Gambacorta, ha deciso di far rivivere per due serate, il 20 e il 27 febbraio, questa simpatica tradizione popolare. Due appuntamenti serali (inizio ore 20,30) in cui i clienti potranno portare la farcitura e creare la propria pizza insieme al patron de La Dea bendata. Sarà una giuria doppia, composta in parte da giornalisti e foodblogger e in parte dagli avventori della pizzeria, a giudicare le pizze mediante una scheda tecnica.
Il regolamento completo per partecipare è disponibile al seguente link: