Rubrica: Il Cuoco Galante
09 Aprile 2018
Leguminosa, in piazza i cuochi contadini
L’importanza dei legumi in un’alimentazione sana ed equilibrata con particolare riferimento alla biodiversità italiana ed internazionale è il tema di Leguminosa 2018, la grande kermesse dedicata a questo prezioso alimento che si è tenuta a Napoli in piazza Dante da venerdì 9 no a domenica 11 marzo organizzata da Slow Food Campania.
Settanta produttori provenienti da diverse regioni hanno dato vita ad un gigantesco mercato dove è stato possibile per i visitatori assaggiare e conoscere le infinite varietà dei legumi; e poi convegni, workshop, laboratori della terra e del gusto e cene dei legumi con cuochi “contadini” e un affascinante percorso che va dalla riscoperta di sapori dimenticati e disimparati, al valore delle sementi, dalla cultura di regioni remote all’approfondimento di tematiche legate allo sviluppo sostenibile.
“Un’edizione all’insegna dell’internazionalità – dice Giuseppe Orefice, presidente di Slow Food Campania – infatti, per la prima volta abbiamo anche legumi provenienti dalle Comunità del cibo e dai Presidi africani. Inoltre ripercorriamo in piazza tutta la filiera dei legumi partendo dall’orto (materialmente riprodotto) per arrivare al mercato e poi finalmente al laboratorio dove sono cucinati e assaggiati”.
La manifestazione è giunta alla sua terza edizione e si ripropone molto arricchita nei contenuti e nei programmi dopo che la precedente, svoltasi nel 2016, Anno mondiale dei legumi, ha registrato un notevole successo con circa 30.000 presenze: “Vorrei sottolineare l’importanza dell’unica manifestazione nazionale di Slow Food che si svolge al Sud – continua Orefice -. Una realtà cresciuta in pochi anni grazie all’enorme connessione tra tutti i soggetti promotori e l’interazione diretta con il pubblico che si sente parte attiva”.
La manifestazione segue le linee guida che da sempre caratterizzano gli eventi organizzati da Slow Food: non una semplice era, ma un evento “vivo” che coinvolge il pubblico più vasto dei consumatori, risvegliandone l’interesse, sollecitandone la cultura e la sensibilità, creando momenti di riflessione, dibattito, informazione, ma anche di degustazione, assaggio, musica e convivialità.
> di Giovanni Serritelli,
storico gastronomo