QUEL SENTIMENTO ANTI-SUD
20 Aprile 2018
Raffaele Carotenuto analizza nel suo ultimo libro l’accanimento “anti-napoletano”
Esiste un sentimento “antinapoletano”, un accanimento – o spesso una omissione o diminutivo – che alimenta l’accanimento urlato da pseudo-giornali e pseudo-politica, che, a partire dal calcio, mette volutamente Napoli e i Napoletani in secondo piano, se non all’ultimo?
Raffaele Carotenuto, già autore di “Napoli. La Città e il Palazzo” (La Città del Sole, 2008) e “L’importante è che piova” (Tullio Pironti Editore, 2011) indaga nel suo ultimo libro “Napoli, Sud, L’altra Italia-Diseguali tra uguali” (Spring Edizioni) le origini di quella che senza mezzi termini definisce un’offesa storica “mai pulita”. “Il processo unitario del 1861 ha tolto a qualcuno (il Sud) e dato a qualcun altro (il Nord) – scrive Carotenuto -; una giustizia malata, che consente moderne discriminazioni ed offese nei confronti di un popolo e di un’ex nazione”.
Il Mezzogiorno d’Italia patisce ancora un razzismo, ora strisciante, ora evidente, ma il resto, gli altri, “quelli di su”, non posso farne a meno. “Le radici del Sud crescono nell’acqua ed alimenta- no tutto il paese – aggiunge l’autore -. Recidere quella linfa significa morire tutti. Questa parte ha la forza e la capacità di alzare la testa, acqui- sire coscienza, maturare consapevolezza”.
Il libro rappresenta da un lato la rivendicazio- ne della memoria storica di Napoli, del Sud, della sua gente, e dall’altro spinge a superare quell’atteggiamento di rassegnazione popolare, oltre il limite dannoso che spesso ne oscura il livello stesso di consapevolezza. Un processo, necessario, che parte da lontano per autode- terminare un presente di volontà, concretezza, azione e qualità”.
“Un’altra Napoli per un’altra Italia – scrive nella prefazione Guido D’Agostino, Professore di Storia Moderna e Storia del Mezzogiorno e Presidente dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza -. Raffaele Carotenuto ci crede, quando scrive di diseguaglianze tra uguali; perché non dargli ragione e seguirne l’esempio?
A maggior ragione se i Napoletani avranno nel frattempo effettivamente deciso, tra l’appartenere e l’apparire, l’essere compiutamente se stessi, magari diversi ma non diseguali”.
> di Andrea Grillo