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Rubrica: CAMPANIA CHE BEVI

  04 Maggio 2018

Pizza fritta e bollicine: gusti a nozze

Sembra trascorso un lustro eppure è storia recentissima.

L’idea che la pizza fritta non fosse che una specialità residuale, buona per “farsi del male”, tanto era grassa e indigesta. In pochi anni invece, grazie ad alcuni artigiani illuminati e scrupolosi, è diventata sempre più buona ed è cresciuta nella considerazione dei media e dei foodies. Tanto che oggi vale la pena, perfino, scegliere per accompagnarla uno spumante. Uno con un pedigree di livello. Un metodo classico lungamente affinatosi sulle fecce fini. Il pétillant spazza via la percezione dell’unto e i sentori tipici di crosta di pane hanno sponda in quelli dell’impasto.

Ecco tre proposte per un abbinamento godereccio.

Dubl +

Una etichetta molto popolare tra i giovani che è stata tra i protagonisti del rilancio delle bollicine campane in tempi non sospetti. La firma una portaerei della viticoltura regionale come i Feudi di San Gregorio. Il Greco di Tufo, il più rosso dei bianchi campani, per le sue caratteristiche di struttura e lunghezza gusto olfattiva non teme l’incontro con le preparazioni mediamente elaborate: la pizza fritta rappresenta un gioco da ragazzi. L’affumicatura della provola dialoga bene con i sentori più evoluti di questo Metodo classico costruito con sapienza. L’acidità vibrante esalta il gusto della farcitura.

Dryas

Da una cantina specializzata in Fiano e in bollicine, in un territorio che ha davvero tanto da raccontare sui bianchi irpini, viene fuori questo Metodo Classico di grande personalità. Qui il Fiano gioca a fare la parte dello Chardonnay proponendo una succulenza e una pienezza di bocca propria dei vini affinati lungamente. Il colore è carico e le bollicine sottili e persistenti. Nelle versioni più innovative della pizza fritta, sulle quali lavorano autorevoli artigiani, Dryas è in grado di sposare molto bene anche ingredienti come i friarielli, il polpo e il pomodoro giallo.

Mata

Rubare all’aglianico un battito rosa, catturarlo e chiuderlo in una elegante bottiglia trasparente carpendone la vitalità sfrenata che sa esprimere. Riesce bene a questo Metodo classico della azienda della famiglia Avallone che tanto ha preso e ha dato a questo straordinario vitigno campano messo dal fondatore sella cantina al centro della rinascita del Falerno. Mata ha come pregio l’eleganza e la versatilità. Ha la struttura giusta per accompagnare la ricca imbottitura della pizza fritta con i suoi golosi ciccioli di maiale. E gioca con la speziatura data dal pepe nero che non manca mai.

> di Monica Piscitelli,  Giornalista

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