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La Consulta permanente  del Teatro napoletano 

  03 Luglio 2018

 

 Il futuro dello spettacolo affidato alla formazione dei giovani ed alla qualità dei servizi   

 “Napoli è la città-teatro per eccellenza, essendo essa stessa uno straordinario palcoscenico di bellezze, e la sua spontanea vocazione alla spettacolarità ha contribuito a farne una sorta di teatro naturale”: aprendo l’incontro del “Sabato delle Idee” dedicato al futuro del teatro, Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, ha chiarito subito le grandi potenzialità di Napoli-Teatro e della vocazione antropologica partenopea alla teatralità.

“Potenzialità da tradurre, però, nello sviluppo di un sistema culturale che sappia anche generare economia”, ha precisato il fondatore del Sabato delle Idee, Marco Salvatore, fissando da subito l’obiettivo dell’iniziativa che, in collaborazione con la Fondazione Campania dei Festival, ha radunato al Suor Orsola Benincasa oltre dieci rappresentanti dei vertici dei principali teatri cittadini, dal San Carlo allo Stabile, dal Bellini all’Augusteo, dal Diana al Sannazzaro. Non mancavano e sono stati, anzi, al centro del dibattito i “teatri di periferia”, che Giulio Baffi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e coordinatore della discussione, più correttamente ha esaltato come “teatri di frontiera”, quelli che per “sopravvivere sono quasi costretti alla sperimentazione e all’innovazione e facendo di necessità virtù spesso producono le migliori idee”.  

C’erano Laura Angiulli per la Galleria Toledo, Mario Gelardi per il Teatro Sanità e Carla Borrelli del Nest. Un grande assist lo hanno ricevuto da Marco Salvatore che ha aperto la discussione sottolineando soprattutto le esigenze degli utenti dei teatri: “a Napoli abbiamo la fortuna di avere una produzione teatrale quantitativamente e qualitativamente di grande livello – ha evidenziato Salvatore – ma se si sceglie di andare a vedere uno spettacolo, ad esempio, a Napoli Est i cittadini non hanno mezzi di trasporto a disposizione in orari serali e spesso non avvertono le adeguate condizioni di sicurezza”.  

L’altra grande sfida è la formazione dei giovani, intesa da un lato come formazione per le professioni dello spettacolo, magari guardando al grande successo del modello anglosassone, come ha sottolineato il direttore artistico del Teatro Augusteo, Giuseppe Caccavale, e dall’altro lato soprattutto come formazione dei giovani ed in particolare degli alunni delle scuole superiori alla fruizione del teatro.  

“Se mancano i giovani nei teatri è anche un problema di educazione al teatro” è stato il coro unanime dei presenti. Una sfida che, come ha ricordato il Rettore d’Alessandro, sta provando ad affrontare anche il Suor Orsola Benincasa con numerosi di percorsi di alta formazione dedicati alla pedagogia del teatro ed al teatro come strumento specifico di formazione scolastica.  

Una sfida che va affrontata soprattutto con una rete collaborativa tra teatri, istituzioni ed Università: condivisa da Luigi Grispello, presidente della Fondazione Campania dei Festival, nasce una “Consulta permanente del Teatro napoletano”, per proseguire ed allargare la discussione progettuale ed elaborare proposte per lo sviluppo di attività teatrali ed il loro collegamento con la vita sociale ed economica della città. 

Una proposta valutata di grande utilità anche da Mario Martone. “Per richiamare i giovani a teatro – ha spiegato il regista – serve saper parlare anche il linguaggio dei giovani, guardando alle nuove tecnologie come strumenti di innovazione che possono rivelarsi efficaci anche in scena”.  

> di Raffaella Aloisi 

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