Un laboratorio progettuale per le periferie napoletane
19 Luglio 2018
“Il Sabato delle Idee” mette in rete Università, scuole ed associazioni per lo sviluppo del territorio
Il mondo universitario e della ricerca fa rete con le scuole e le associazioni per il rilancio sociale delle periferie napoletane.
Il progetto, lanciato da “Il Sabato delle idee”, il “think tank” fondato dallo scienziato Marco Salvatore, che ha coagulato su linee progettuali alcune delle migliori eccellenze scientifiche, accademiche e culturali della città di Napoli, diventa realtà con un incubatore di idee sull’evoluzione delle aree metropolitane marginali, mettendo a confronto sul futuro e la destinazione di queste aree scuole, istituzioni ed esponenti del mondo accademico.
La prima tappa è avvenuta all’Istituto Tecnico Industriale “Galileo Ferraris” nel corso dell’incontro dedicato al “Futuro di Scampia dopo le Vele”. “Eravamo a Gianturco nel cuore della periferia di Napoli Est nel 2009, quando è partito il Sabato delle Idee – spiega Marco Salvatore -, ed eravamo a Gianturco nel 2015 quando abbiamo avviato la riflessione sulle periferie napoletane guidati dall’idea di Renzo Piano di una riqualificazione urbanistica che diventa rammendo sociale”.
Aprendo l’incontro di Scampia, Salvatore ha spiegato che “anche sul tema delle periferie il Sabato delle Idee vuole evolversi da incubatore di idee a sollecitatore di azioni concrete mettendo al centro della cabina di regia progettuale i giovani e gli studenti che in questi anni di incontri hanno mostrato competenze e reattività, e ci ha trasmesso un grande entusiasmo e un’importante iniezione di fiducia sulla speranza di rilanciare Napoli partendo dai suoi serbatoi meno utilizzati”.
E proprio dai giovani sono arrivate alcune delle proposte concrete più interessanti: “perché Napoli è celebre nel mondo per le sue stazioni metropolitane con installazioni artistiche e l’unica fatiscente è quella di Scampia?” La provocazione, che è anche una proposta, è venuta da Vincenzo, studente prossimo alla maturità all’Istituto Ferraris. Lui come altri studenti hanno individuato tra i problemi principali del quartiere la sua scarsa “attrattività”. “Bisogna fare in modo che la gente degli altri quartieri possa venire a Scampia anche la sera”, è il coro unanime degli studenti che sottolineano come manchi un cinema, un teatro con un cartellone appetibile per i giovani, dei locali per i ragazzi come i “baretti” della movida cittadina. Per lo sceneggiatore Maurizio Braucci, direttore artistico del progetto di Teatro-Pedagogia “Arrevuoto” e per l’attrice Gina Amarante, tra i grandi protagonisti di “Gomorra La Serie”, proprio il teatro può essere uno dei grandi strumenti di sviluppo di Scampia: sia come momento di formazione culturale per i giovani, sia come strumento di “attrazione” verso il quartiere.
Si parte, dunque, da “Restart Scampia” con la “rivoluzione epocale” dell’abbattimento delle vele, come ha spiegato l’assessore comunale all’Urbanistica Carmine Piscopo. Con lui il vicesindaco Raffaele Del Giudice e l’assessore al Lavoro, Enrico Panini: mezza Giunta comunale di Napoli era al “Ferraris” per testimoniare l’attenzione sul quartiere e informare i ragazzi, la parte più attenta e sensibile della cittadinanza, sul cronoprogramma per l’abbattimento della prima Vela, la Verde. “Agli inizi di aprile si è chiuso il bando per l’assegnazione dei lavori – dice Piscopo – e ora, senza intoppi nelle procedure, dopo l’estate potranno iniziare i lavori”.
Un primo punto fermo a cui si è aggiunta una seconda buona notizia per Scampia: “ad ottobre 2019 saremo pronti ad avviare a Scampia il primo anno accademico dei corsi di laurea delle Professioni sanitarie della Facoltà di Medicina”, annuncia Gaetano Manfredi, Rettore dell’Università Federico II, che ha voluto ringraziare la Giunta regionale per un impegno che mette fine a 12 anni di attese e ritardi.
Un impegno testimoniato dalla presenza al Ferraris dell’assessore regionale all’Istruzione, Lucia Fortini, che ha illustrato le grandi opportunità del progetto “Scuola Viva”: 100 milioni di euro in quattro anni per 450 scuole campane.
> di Raffaella Aloisi