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Rubrica “Non Solo Canzonette”: Il Laboratorio musicale Annalisa Durante

  25 Luglio 2018

Credo che uno dei problemi più seri della nostra città sia nell’incapacità di fare squadra, nella recita solitaria, da condominio, anzi da pianerottolo, che ciascuno fa nella singola intrapresa delle proprie attività creative o lavorative. Ce la cantiamo e ce la suoniamo, salvo poi meravigliarci se le iniziative individuali restano senza riscontri. Ecco il motivo per il quale, un controcanto d’eccellenza a questa prassi deleteria ha successo e si costruisce attraverso le sinergie di Associazioni “dal basso”; con la grata intrapresa (non ho scritto “impresa”) di chi si rende disponibile, a proprie spese, con energie invidiabili, con autentico spirito di comunità, alla creazione di vortici culturali, spesso destinati ai bambini, o ai più piccoli del nostro mondo. Siamo una provincia dell’impero, almeno in senso culturale. Siamo terra di retroguardia, non certo aperta alle avanguardie culturali.

Non si dimentichi che le leggi regionali, specialmente quelle che dovrebbero destinare fondi alla musica, appaiono del tutto superate e inappropriate. Esse hanno svuotato del tutto la mission giuridica e costitutiva delle associazioni storiche, inserendo paletti e vincoli, lasciando alla sola liberalità degli iscritti l’operatività territoriale. Maggior merito, dunque a quanti, nonostante tutto ciò, si mettono al lavoro, offrono servizi, riescono a creare reti, ad attivare e mantenere anche il dialogo istituzionale, spesso senza chiedere altro in cambio che non sia il dono di un sorriso.

Una di queste realtà è il “laboratorio musicale Annalisa Durante”. I docenti che lo vivificano sono: Gelsomina Astarita (pianoforte), Paola Astarita (violino), Francesco Sicignano (clarinetto), Francesco Lubrano (percussioni), Gennaro Cerbone (contrabbasso), Maria Esempio (pianoforte), Rubens De Francesco (chitarra), Federico Maddaluno (mandolino). Oltre naturalmente al Comune di Napoli, sono coinvolte le Associazioni Zonta International – area Napoli, l’associazione “Annalisa Durante”, l’associazione culturale ‘I ragazzi di Scampia”.

Ho chiesto a Gelsomina Astarita di spiegarmi di cosa si tratti. “A Forcella abbiamo formato una piccola orchestra. Si chiama ‘Baby song’ anche se io amo chiamarla orchestra giovanile ‘Annalisa Durante’, dal nome della ragazzina uccisa per caso in un agguato di camorra mentre rientrava a casa. Ricordo quando, proprio a Forcella, ci fu una sparatoria all’esterno della biblioteca dove facevo lezione. Sembravano botti di capodanno, poi dalle grida capimmo che invece erano colpi di pistola. Una bambina si nascose sotto il banco, piangendo: non aveva paura per sé, ma per la mamma che era in strada: questo significa vivere e lavorare nelle cosiddette ‘zone rosse’, laddove la violenza può esplodere all’improvviso e devastarti la vita”.

Ma cosa spinge una professionista a dedicarsi gratuitamente a un progetto del genere? “Nella mia carriera di insegnante raramente ho ricevuto un ‘grazie’. Ho potuto spesso constatare che la gratitudine verso i docenti è quasi nulla. Invece, alla fine di una lezione di pianoforte a Forcella il mio cuore fu toccato quando una piccola, con gli occhi pieni di gioia, mi disse con un soffio di voce ‘grazie professoressa’ e io, meravigliata per la spontaneità di quelle semplici ma significative parole, non seppi cosa dire… Dissi solo: ‘grazie a te’…”.

> di Girolamo de Simone

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