La guerra di tutti: in memoria di Lino Romano
09 Marzo 2016
Intervista a Francesco Amato
Pasquale Romano, Lino per gli amici, aveva 30 anni e lavorava come operaio della Prysmian Group. La sera del 15 ottobre 2012 esce da casa della fidanzata per andare a giocare una partita di calcetto con gli amici quando, per un assurdo errore di persona, viene colpito a morte da un killer della camorra. Pasquale Romano purtroppo è stata l’ennesima vittima innocente di una guerra che non voleva e che nessuno vuole. E’ in quest’ottica che nasce “La Guerra di Tutti”, un evento giunto quest’anno alla sua terza edizione grazie all’idea e all’impegno di Francesco Amato, collega ed amico di Lino, che in questa intervista illustra il progetto.
Dodici magazine ha promosso e sostenuto l’iniziativa, e l’amministratore delegato del gruppo Maria Pia De Angelis ha ricevuto un premio intitolato alla memoria di Lino Romano leggendo una poesia da lei scritta a lui dedicata.
Amato, come nasce “La guerra di tutti?”
Pasquale è stato, seppur per breve tempo, mio collega ed amico. La sua morte innocente mi ha colpito molto e così tre anni fa, in occasione del primo anniversario dalla sua scomparsa, ho deciso di organizzare una manifestazione in sua memoria per ricordare anche tutte le altre vittime innocenti della criminalità. Lo spettacolo, gratuito e ad inviti, è stato reso possibile grazie al contributo concesso dall’azienda per la quale lavoro, la Prysmian, e dalla Randstad, società interinale che aveva assunto Pasquale.
Come ha conosciuto Pasquale Romano?
In fabbrica. Lui era l’ultimo arrivato, e come tale era visto da qualcuno con diffidenza, mentre io invece lo salutavo sempre cordialmente. Proprio per comprendere questa diversità abbiamo cominciato a parlare fra di noi. Pasquale era una persona solare, ironica, allegra. Sono stato felice di conoscerlo, e di condividere con lui emozioni e desideri.
Titolo della manifestazione è “La Guerra di Tutti”, perché? Il titolo prende spunto da un racconto-romanzo di un mio caro amico Gennaro Morra, bravissimo scrittore. In questo romanzo l’autore, pur non avendo conosciuto Lino, racconta le ultime scene di vita da lui vissute, le sensazioni che ha potuto provare in una sorta di confronto con se stesso e con quello che stava vivendo. Pasquale non era consapevole di quello che gli stava succedendo, non era la sua guerra, ma da un certo punto di vista è anche la guerra di tutti perché al suo posto poteva esserci chiunque di noi.
Come è andato lo spettacolo quest’anno?
Molto bene. Se alla fine della serata sei riuscito a strappare un sorriso o una lacrima vuol dire che il messaggio è arrivato. Anche quest’anno Pasquale è stato ricordato da tutti noi con un evento nel corso del quale si sono alternati in maniera spesso spontanea e positivamente improvvisata tanti artisti.
Quindi non esiste una trama unica per le varie edizioni della “Guerra di tutti”?
No, ogni anno c’è uno spettacolo diverso. L’unico filo conduttore è ricordare Lino e le vittime innocenti della criminalità. Il primo anno ci siamo soffermati molto sul dolore, l’anno successivo è stato improntato al sorriso, quello di Lino. Quest’anno, alla presenza dei genitori di Pasquale, del sindaco di Napoli Luigi De Magistris e dell’assessore comunale alle Politiche Giovanili Alessandra Clemente – figlia di Silvia Ruotolo, altra vittima innocente della camorra nel giugno assassinata per errore nel 1997 – sono saliti in tantissimi sul palco.
Ricordiamo qualche nome?
Ad aprire e chiudere la manifestazione, presentata da Diego Sanchez e Ornella Varchetta, sono stati Giulio Carfora e la compagnia dei saltimbanchi con una performance circense. Esilarante l’intervento di Luca Sepe. Salvatore Scalabri, figlio di un collega, e Ilenia Tammaro, invece, hanno ballato il chachacha, Ciro Salatino il tip-tap. Io, con il mio gruppo Rescatto ho cantato alcune canzoni, una delle quali dedicate proprio a Pasquale. Alfina Scorza ha eseguito un brano di Pino Daniele. Il momento musicale è andato avanti con Il giardino dei semplici, Giusi Barone, Keep it real movement e Massimo Masiello. Grazie inoltre ad alcuni amici e all’attore Arduino Speranza, che ha realizzato un cortometraggio sul libro di Grasso, sono riuscito a realizzare un filmato in cui tanti artisti come Sal da Vinci, Luca Auriemma da Los Angeles, Bilide e gli Arteteca hanno salutato il pubblico de “La guerra di tutti” con un videomessaggio. Alla serata hanno partecipato inoltre i comici Marco Cristi e Gennaro De Rosa. E c’è stato infine un altro bellissimo momento legato proprio a Dodici Magazine.
E c’è stato infine un altro bellissimo momento legato proprio a Dodici Magazine. Quale?
Molto emozionante è stata la lettera che Maria Pia De Angelis, amministratore delegato di Architesto e di Dodici Magazine, ha scritto e letto per Pasquale, annunciando di voler creare un premio e un fondo in ricordo di Lino. Una cosa della quale sono davvero molto felice. Per lei, come per i genitori di Lino, c’è stata in dono una scultura di Dario Caruso intitolata “cuore coraggio”.
Con il suo gruppo Rescatto quest’anno ha cantato un brano, “Dimmi che ti passa per la testa”, dedicato proprio a Pasquale. Vuole parlarcene?
Tre anni fa ho scritto il testo proprio in memoria di Lino, e quest’anno abbiamo presentato il brano in maniera definitiva partecipando anche al concorso “musica contro le mafie”. E’ una canzone scritta nello stile dei Rescatto, ironica ma che al contempo tratta una tematica molto forte come quella di morire per errore, così come è accaduto a Pasquale.
E’ già proiettato alla prossima edizione?
Sì, durante l’anno mi vengono tante idee, anche se poi è nell’ultimo mese prima dell’evento che mi dedico completamente all’iniziativa. Spero di riuscire ogni anno a realizzare lo spettacolo per ricordare Pasquale degnamente per il piacere di sentire vivo l’amore che lui ha dato alle persone che ha conosciuto. Inoltre, essendo il pubblico composto per lo più da operai con le proprie famiglie e dai rappresentanti delle società, credo diventi anche una forma di socializzazione.
Il baluardo della “Guerra di tutti” è il valore della Legalità.
Esatto, ma da soli ovviamente possiamo fare poco. Per fare rumore dovrebbero esserci tutti i giorni dell’anno manifestazioni come questa per riprovare quelle emozioni e sensazioni che mi ha dato condividere il lavoro con Lino, un vero amico.
di Claudia Prezioso