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Napoli e Ravello, la forza della cultura

  03 Maggio 2019

Napoli, il festival dell’inclusione

Oltre 150 eventi, per 37 giorni di programmazione, distribuiti in 40 luoghi tra Napoli e altre città della Campania: il Napoli Teatro Festival Italia propone per il 2019 un nuovo concetto di Europa basato sull’inclusione e sul dialogo. Un nuovo, grande progetto di cooperazione culturale, che coinvolge gli artisti rifugiati in Europa, grazie alla rete creata con altri Festival internazionali (tra gli altri, i Festival di Ravenna e di Spoleto), gli Istituti di cultura (Institut Français; Goethe-Institut; Istituto Cervantes e il British Council) e le fondazioni culturali (Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea), in collaborazione con le Università del territorio (Federico II, Suor Orsola Benincasa, L’Orientale e Vanvitelli).

“Il Napoli Teatro Festival 2019 – spiega Alessandro Barbano, direttore della Fondazione Campania dei Festival – rappresenta una grande scommessa artistica e civile diretta a promuovere il settore e lo spirito di comunità che è il nostro valore fondante. Questa è un’iniziativa che fa parlare di Napoli e della Campania nel mondo. Intensificheremo le collaborazioni con le Università, Napoli Città Libro, Comicon e Pompei Teatro Mundi”. “Questo è un festival dell’inclusione – sottolinea Ruggero Cappuccio, al suo terzo anno di direzione artistica -: per questo possiamo tenere i prezzi dei biglietti bassi (8 euro, 5 quello ridotto) e far entrare i pensionati al minimo gratis. Il grande paradosso in Italia è che la cultura interessa solo a chi non ha soldi”. Determinante l’apporto della Regione Campania, perché, come afferma il governatore Vincenzo De Luca, “il teatro diventa un canale di promozione di identità, di turismo e di economia. La cultura è una delle reti più solide per governare le comunità”.

> di Francesco Bellofatto


NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA

Dall’8 giugno al 14 luglio 2019 torna il Napoli Teatro Festival Italia. L’evento, giunto quest’anno alla XII edizione e diretto da Ruggero Cappuccio, è promosso dalla Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano. Temi di quest’anno la multidisciplinarietà dell’arte scenica e l’applicazione della scrittura contemporanea alla drammaturgia, alla musica, alla letteratura, alla danza e alle arti visive in generale. Al centro del progetto ci sarà la valorizzazione del patrimonio culturale regionale attraverso un dialogo continuo tra le diverse forme artistiche.

Dodici sono le sezioni in cui si articola il Festival: ITALIANA (le migliori novità di prosa nazionale); INTERNAZIONALE (i più interessanti spettacoli del panorama straniero); DANZA (dal balletto classico alle performance sperimentali); MUSICA (dai concerti solistici ai grandi ensemble); MOSTRE (dedicata a personaggi illustri); OSSERVATORIO (focus sulle giovani generazioni); LABORATORI (progetti di formazione tenuti da grandi maestri del teatro); CINEMA (retrospettiva su registi); SPORTOPERA (curata da Claudio Di Palma e dedicata al rapporto tra l’arte e lo sport); LETTERATURA (curata da Silvio Perrella); TEATRO RAGAZZI; PROGETTI SPECIALI.

Il Napoli Teatro Festival Italia è concepito, sin dall’origine, come un evento dal respiro internazionale ed in costante confronto con l’Europa ed il resto del mondo. Ed è proprio in quest’ottica che nel 2019 il Festival si pone come obiettivo l’ampliamento della sua vocazione internazionale promuovendo collaborazioni tra artisti stranieri ed attori italiani, ospitando gli spettacoli delle più importanti realtà teatrali estere. L’edizione 2018 si era aperta con il regista e autore cinematografico inglese Declan Donnellan alle prese con “Périclès, Prince de Tyr” di Shakespeare, ed era poi proseguita attraverso le performance di Isabelle Huppert (nella lettura de “L’amant” di Marguerite Duras) e di Liv Ullmann (impegnata nell’adattamento e nella regia di “Private confessions” di Ingmar Bergman). Tra gli italiani, lo scorso anno il Festival ha ospitato un’intensa Lina Sastri in “Medea per me”, Silvio Orlando in “Si nota all’imbrunire” di Lucia Calamaro, Gino Rivieccio ed Antonella Morea in “Fuoriscena” di Fortunato Calvino. Di assoluto impatto scenico Alessandro Preziosi nella sua lettura di “Moby Dick” e Luca Zingaretti con “Il Cantico dei Cantici e altre storie”.


RAVELLO FESTIVAL

Il Ravello Festival, nella sua attuale configurazione, deriva da una serie di iniziative precedenti che ne fanno uno dei più antichi festival italiani. Nato nel 1953 con il contributo dell’Ente Provinciale per il Turismo di Salerno, fu ideato da Paolo Caruso, il quale, sulla scia di precedenti eventi musicali dedicati a Richard Wagner, ideò una manifestazione pensata per i cultori del compositore tedesco in occasione del 70º anniversario della morte. Nel 1880 Wagner, nei saloni di Villa Rufolo, trovò ispirazione per la scenografia e la trama del secondo atto del Parsifal. Non è quindi un caso che i concerti sinfonici da oltre cinquant’anni si tengano nella stessa villa, celebrando al contempo anche il ricordo di altri compositori, quali Giuseppe Verdi ed Edvard Grieg, nonché di grandi direttori d’orchestra che hanno soggiornato a Ravello e nel tempo hanno partecipato al Festival.

Villa Rufolo è situata su un terrazzo naturale, posto a circa 340 metri sul livello del mare, che domina il golfo di Salerno. Sin dagli anni ‘50 i concerti sono stati concepiti come una fusione tra musica e bellezze paesaggistiche, tant’è che il palco fu sin da subito collocato nell’area del Belvedere, prospiciente al mare, ottenendo un effetto suggestivo di diffusione en plein air che ha reso Festival famoso in tutto il mondo.

A partire dal 2003 il Ravello Festival è curato dalla Fondazione Ravello, alla cui guida c’è Mauro Felicori (già direttore della Reggia di Caserta) in qualità di Commissario Straordinario.

La kermesse, che per tradizione si svolge da fine giugno a fine agosto, nella passata edizione ha ospitato la “Philharmonia Orchestra” diretta da Esa-Pekka Salonen, Ryan McAdams, la Filarmonica Salernitana Giuseppe Verdi in un suggestivo “Concerto all’Alba” dedicato a Beethoven, e, in chiusura l’Orchestra dell’Opera di Berlino su musiche di Wagner. Non sono mancate incursioni jazz con lo statunitense Kurt Elling e l’italianissimo trombettista Paolo Fresu. Alla musica si sono avvicendate performance di compagnie di danza classica e contemporanea tra cui le stelle del Teatro Bolshoi di Mosca e i solisti della Scala di Milano in un omaggio a Rudolf Nurejev.

L’edizione 2019 seguirà il collaudato canovaccio di alternanza tra orchestre internazionali, solisti al pianoforte ed orchestre giovanili, nell’ottica di promulgazione costante della musica di qualità, attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico del territorio.

> di Aurora Rennella

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