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Felicori: a Ravello l’Italia dialoga col mondo

  10 Maggio 2019

Ravello è un nome importante nel mondo: “il Festival – sottolinea Mauro Felicori, commissario straordinario della Fondazione Ravello – ha una storia significativa, che si deve difendere e rilanciare. Bisogna essere ambiziosi e fare di Ravello un luogo che dialoga con i turisti che da tutto il mondo vengono in Costiera amalfitana”.

Che ruolo ha il Festival nel panorama culturale italiano ed europeo?

Quest’anno punto ad un’edizione che sia lo specchio della cultura italiana: i turisti che vengono vogliono sentire la musica e il profumo di un’Italia che dialoga con l’Europa e il mondo.

Quali ricadute sul turismo possono derivare dal Festival?

L’ambizione è puntare alla destagionalizzazione, allungando in primavera ed autunno la stagione turistica della Costiera. L’obiettivo è il “tutto esaurito” da Pasqua a Tuttisanti: ci sono margini di miglioramento, bisogna puntare non solo sulla cultura, ma anche su congressi e convention aziendale, ed in questo può essere importante l’Auditorium di Niemeyer, attualmente sottoutilizzato. Si tratta di una sfida importante che non è stata ancora vinta.

Ravello su quale altro turismo può puntare?

Darei maggiore enfasi sul turismo naturalistico, dando al Parco dei Monti Lattari, con tutti i suoi sentieri, una funzione più importante rispetto a quella svolta oggi. Bisogna allargare il territorio da promuovere, non solo la costa, per quel turismo lento e naturalistico che è in crescita nell’Europa del Nord e che può portare qui tanti giovani, dalla Germania e dalla Scandinavia.

Come coniugare maggiormente il Festival con la valorizzazione dei beni culturali?

Questo rapporto è centrale e strategico per Ravello: a giorni inizia il cantiere di Palazzo episcopio e quest’anno voglio dedicare una sezione del Festival ai concerti nel Duomo, che può essere promosso di più e meglio, con il suo organo e un museo molto importante. Nella mia concezione sono i beni culturali che trainano il territorio: voglio allargare i beni culturali messi in gioco dal Festival e fare di Ravello il punto di attrazione di un territorio molto vasto, che si spinge all’interno, a partire da Scala.

> di Francesco Bellofatto

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