Quando i Camaldoli divennero Woodstock
24 Maggio 2019
Gennaro Manna e il Palapartenope, la casa della musica a Napoli
Che cosa hanno in comune Bob Dylan, Paul McCartney, i Cure, i Motorhead, James Taylor, Jackson Brown, Paco De Lucia, B. B. King, Jamiroquai, Jimmy Cliff, Elton John, Fabrizio De André, Liza Minelli, JoeCocker, Lucio Dalla, Pat Metheny e tanti altri?
Il Palapartenope, dal 1975 vera e propria casa della musica a Napoli, che in oltre quarant’anni di attività ha accolto i grandi protagonisti della musica internazionale, per un totale di oltre 1° milioni di spettatori. L’artefice di questo successo è Gennaro Manna, ottant’anni compiuti a gennaio e festeggiati nella “sua casa” (che è un po’ la casa di tutti noi, che amiamo la musica, lo spettacolo e il bello), un autentico condottiero che guida con grande professionalità il complesso di Fuorigrotta.
Eppure lo spettacolo è entrato per caso nella vita di Manna: giovane calciatore, commerciante di articoli da regalo e di arredamento al Vomero, tra le sue attività anche la gestione dei campi di calcio del complesso Kennedy ai Camaldoli. Nel giugno 1973 l’idea del “Be in”, vera e propria Woodstock napoletana, organizzata dagli Osanna, che vide alternarsi per tre giorni sul palco musicisti e gruppi quali, tra gli altri, gli stessi Osanna, Tomy Marcus, Alan Sorrenti, Peter Hammil, Claudio Rocchi, Franco Battiato, Tito Schipa jr., Perigeo, Rovescio della Medaglia, presentati da Raffaele Cascone ed Eddie Ponti davanti a 60mila spettatori.
Nel 1975 Manna lega il suo nome al Teatro Tenda di viale Augusto, per poi trasferirsi nel 1980 in via Barbagallo, oggi un moderno complesso che, oltre al Palapartenope (capienza di 6.500 posti, dei quali 3.300 seduti), ospita la Casa della Musica Federico I (1.200 posti) destinata a concerti per un pubblico più giovane. Impegnato tra Napoli e Montecarlo con la gestione di un albergo e la rappresentanza di prodotti alimentari di alta gamma (è legato al lui il successo di alcuni importanti brand gastronomici italiani), oggi Gennaro Manna dal suo ufficio nel teatro gestisce con l’energia e la passione di sempre un moderno complesso che, oltre a concerti, ospita una programmazione teatrale che va dalla prosa al musical, congressi, convegni ed eventi
sportivi.
Una foto, in questo studio che è un crocevia internazionale di artisti e di eventi, simboleggia su tutte la straordinaria storia del Palapartenope e di Gennaro Manna: il “ritratto di famiglia” con Pino Daniele, che qui era di casa, fino al suo ultimo concerto napoletano, il 17 dicembre 2014.
Ad ottant’anni di una vita intensa, Gennaro Manna continua a seminare: il suo sogno è una grande struttura per lo spettacolo a Napoli, con una capienza da decine di migliaia di posti.
> di Raffaele Rinaldi