Qualità urbana e nuova occupazione per la ripresa del Mezzogiorno
16 Luglio 2019
Per superare l’attuale fase di stagnazione economica del Mezzogiorno occorre puntare sulla sostenibilità ambientale e produttiva
Riprenderà a crescere l’economia italiana?
E di quanto aumenterà ogni anno il prodotto interno lordo, il PIL, che è la misura della crescita? Tra gli economisti ci sono sull’argomento quelli fiduciosi ma pure ci sono gli scettici e i pessimisti. Intanto alcuni studiosi hanno voltato le spalle allo sviluppo economico e parlano di una decrescita felice, una fortuna, per cui la popolazione dovrebbe godere di gestire la ricchezza finora accumulata, magari distribuita più equamente tra i gruppi sociali.
Tuttavia la realtà impone di superare la fase attuale di stagnazione economica, di riprendere la crescita specie nel Mezzogiorno, dove si concentra gran parte della disoccupazione italiana e dove oc-corre superare la politica del sussidio sostituendola con la creazione di nuovi posti di lavoro. Perciò la discussione si sposta sulla qualità dello sviluppo e sulla sua durata nel tempo. La parola magica diventa allora la sostenibilità della crescita economica.
Si possono avere diversi concetti di sviluppo sostenibile: sostenibilità ambientale (quando si ha cura di riprodurre le risorse naturali utilizzate e si parla allora di un’economia circolare dove l’output della produzione diventa a sua volta l’input di nuove attività produttive); sostenibilità sociale (quando aumentano le abilità lavorative della popolazione al passo con l’innovazione scientifica e tecnologica e il tempo di lavoro si riduce cedendo il passo al tempo dedicato allo svago e alla cura della persona).
Alcuni progetti d’investimento sia del settore pubblico che dei privati si presentano poi come sostenibili da vari punti di vista perché perseguono simultaneamente più scopi. Ad esempio, i progetti di riqualificazione delle città puntano talvolta a riutilizzare gli edifici pubblici abbandonati come le caserme e sotto questo aspetto sono progetti che contrastano il degrado del territorio; se mirano a ridimensionare i volumi edificati, si dice anche che hanno l’obiettivo di ridurre il consumo del suolo.
La ricerca di una migliore qualità urbana è diventata a sua volta una necessità per alcuni territori soggetti allo spopolamento, per vari motivi come l’attrazione esercitata sulla popolazione dalle grandi città e l’impoverimento delle infrastrutture, fattori che messi insieme favoriscono il declino di antiche borgate e la concentrazione dei residui abitanti nelle fasce d’età avanzata.
Disegnare e poi realizzare programmi di rinnovamento del territorio è un’operazione ambiziosa che richiede la collaborazione tra una pluralità di soggetti coordinati da molteplici enti ciascuno dotato di autonomia operativa.
> di Mariano D’Antonio, economista