Pagano: Potenziare i servizi
18 Ottobre 2019
I programmi del direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei
Il Parco archeologico del Campi Flegrei custodisce l’eredità di un passato glorioso. La mission del Parco si sintetizza nell’obbiettivo di costruire un futuro all’altezza del passato che è chiamato a tutelare e valorizzare. “Siamo consapevoli di essere depositari dell’importante compito di traghettare nel futuro, nel miglior modo possibile, le testimonianze archeologiche e il patrimonio immateriale connesso al territorio flegreo – sottolinea Fabio Pagano, Direttore del Parco archeologico del Campi Flegrei – ma siamo altrettanto coscienti del ruolo che il Parco deve svolgere nel presente, fornendo un’occasione di crescita culturale, sociale e economica per le comunità del territorio. Quindi lavoriamo e lavoreremo nei prossimi anni nella programmazione di interventi per restaurare e rendere più fruibili i luoghi del Parco, un Parco che non ha confini materiali, ma che mette insieme 25 luoghi, che potranno trovare un’identità comune e riconosciuta solo nel rapporto con la cittadinanza”.
Quali sono le potenzialità inespresse dei beni architettonici dislocati lungo l’area Flegrea?
Sono attualmente legate a una limitata fruizione del proprio patrimonio. L’offerta potenziale è strepitosa e, per complessità e bellezza, rappresenta uno dei più importanti palinsesti archeologici del Mediterraneo. Gli interventi già programmati ci consentiranno di ampliare tale offerta, aumentando la fruizione dei luoghi già aperti al pubblico e aprendo nuovi scenari di visita, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative. Ritengo che l’area sommersa di Baia rappresenti al meglio le potenzialità ancora inespresse del territorio, un contesto unico per storia e ambiente, con dei livelli di sviluppo ancora non del tutto sondati.
Quali le strategie per una migliore fruibilità del patrimonio flegreo da parte del pubblico?
La migliore fruibilità del patrimonio flegreo passa innanzitutto dal miglioramento delle condizioni di accesso al territorio dall’esterno e di mobilità interna. Dovremo essere in grado di potenziare il sistema di collegamento e costruire una rete di percorsi interni che devono essere in linea con le aspettative del turismo attuale che tende a preferire percorsi esperienziali in forme di mobilità lenta e sostenibile. Il Parco da tempo ha avviato un proficuo dialogo con i Comuni del suo territorio per programmare interventi sulla viabilità di collegamento tra i diversi luoghi. Le strade, i percorsi, le piste ciclabili devono diventare quegli elementi di connessione per unire i luoghi del Parco, assumendo non soltanto il ruolo di ordinari strumenti di collegamento, ma diventando essi stessi straordinari elementi di valorizzazione del territorio.
> di Aurora Rennella