A Bordo Campo: 2019/2020… che stagione sarà?
23 Ottobre 2019
Chi ha avuto la pazienza di leggere la rubrica del numero precedente, probabilmente ne rammenterà la chiusura, nella quale – proprio in riferimento alla stagione appena apertasi – immaginava ed auspicava potesse essere diretta conseguenza dei desiderata del mr. Ancelotti, in termini di autorevolezza degli acquisti, funzionali ai suoi dettami tattici.
Il bilancio dell’anno alle nostre spalle è stato giudicato in modo controverso da una certa parte di tifosi e addetti ai lavori, probabilmente abbagliati dal palmares del trainer di Reggiolo, vincitore di tante competizioni in ben 5 campionati diversi, tanto da fregiarsi del titolo di allenatore fra i primi cinque al mondo. Evidentemente, quindi, le aspettative della piazza sono state fortemente condizionate dal suo pedigree, non tenendo in alcun conto che il passaggio dal tatticismo feroce di Sarri alla maggiore spregiudicatezza degli schemi del tecnico subentrante (non legati ad alcuna rigidità estrema), potesse creare qualche scompenso, rendendo impossibile – realisticamente – la corsa allo scudetto.
Si è rimproverato alla guida tecnica di aver abbandonato la lotta troppo prematuramente (dicembre), iniziando ad accumulare troppi punti di distacco dalla vetta, laddove invece l’anno precedente (pur al netto dell’inopportuna volontaria resa nelle competizioni internazionali) il Napoli può dire di aver combattuto fino alla conclusione, contendendo il tricolore agli avversari bianconeri, salvo cedere inopinatamente sul più bello. Restano però ben 91 punti, a suggello di una stagione – l’ultima di Sarri – ancora nella mente e nel cuore di tanti.
Ecco che, terminata la stagione 2018/2019, con una seconda opportunità (l’ultima?) affidata al tecnico romagnolo, la torcida azzurra attende trepidante la tangibilità di qualche successo, auspicando la riduzione del gap dagli juventini, riprendendo seriamente a contenderne la supremazia in campo nazionale.
Dalla chiusura del romitaggio in quel di Dimaro, è venuta fuori l’idea di proporre un calcio più fluido, posizionale, con un’identità solida in fase di non possesso e più soluzioni diverse in quella offensiva. Un 4-2-3-1 da proporre tutte le volte che il Napoli si troverà a giocare contro difese schierate a 3, così facendo salire la pressione offensiva.
Nel momento in cui sono scritte queste righe, sta concludendo il calciomercato, con le sue ricche suggestioni, i voli pindarici di presidenti affascinati dalla prospettiva di realizzare affari (tecnici) e plusvalenze (economiche), in un gioco che di sportivo conserva assai poco, quasi a voler far prevalere gli aspetti economico-contabili su ciò che dovrebbe alimentare chi è deputato a forgiare le squadre, stimolando la passione di una parte comunque attiva e vitale del mondo calcio costituita dai tifosi. Ma, si sa, la politica che – fino ad oggi – ha rappresentato la pietra filosofale per il patron De Laurentis è stata ed è quella del non creare indebitamenti della Società (spesso ricordando, a giusta ragione, il precedente fallimento, dopo l’era Ferlaino/Naldi/Corbelli), effettuando acquisti mirati (dopo altrettante cessioni) di giocatori giovani e di sicuro talento, da far crescere e valorizzare con la maglia azzurra, salvo poi – di fronte a proposte davvero irrinunciabili – cederli a club più titolati e, soprattutto, più facoltosi, spesso anche in barba alle sgangherate regole del fair play finanziario.
Allo stato la campagna di rafforzamento del Napoli ha previsto l’avvicendamento in difesa tra l’uscente Albiol ed il subentrante Manolas e l’acquisto del terzino dx (ex Empoli) Di Lorenzo, oltre a quello dell’astro nascente macedone Elmas, che tanto bene ha fatto nelle prestigiose amichevoli disputate, così come nelle prime uscite in campionato, mostrando una sicurezza che fa molto ben sperare.
Nel contempo è apparsa sempre più evidente la necessità di acquisire le prestazioni di un “bomber vero”, di fronte ai reiterati tentennamenti sotto porta del pur volenteroso Milik, ed ecco quindi che la società – su forte impulso di Ancelotti – ha cercato prima di convincere il reietto Icardi a sposare il “progetto Napoli”, ma di fronte alle sue incomprensibili titubanze, ha virato sullo svincolato Llorente, ancora fresco di fatiche post finale (persa) di Champions League nelle fila del Tottenham, acquisendo anche le prestazioni della punta messicana Lozano, capace – con i suoi scatti – di scompaginare le difese avversarie, come avvenuto nel corso della sfortunatissima partita contro la Juventus (alla 2° di campionato), rinfrescando il suo record di segnature in occasione dei debutti nelle varie squadre in cui ha militato.
Stando così l’assetto definitivo del nuovo Napoli, può affermarsi che il tasso qualitativo è ampiamente ed oggettivamente migliorato rispetto alla stagione scorsa, riducendosi il gap con la Juventus, pur al netto del rafforzamento di altri competitor, quali – in primis – l’Inter, grazie agli acquisti super delle (comunque) riserve del Manchester United, nelle persone di Lukaku e di Sanchez.
A questo punto… che i giochi abbiano inizio, buon campionato a tutti e… che vinca il migliore.
> di Antonio Di Luna