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Tony Esposito: La world music è a Napoli

  02 Marzo 2020

Ha venduto milioni di copie con “Kalimba de luna”. E’ stato il precursore della world music con Lp’s come “Rosso napoletano” (1975) e “Processione sul mare” (1976). Tra gli alfieri del neapolitan power, Tony Esposito, emblema della contaminazione sonora, come Carlos Santana o Sergio Mendes, è un artista riconosciuto non per la sua voce, ma per il suo strumento: le percussioni. Dopo aver collaborato con artisti come Alan Sorrenti, Edoardo Bennato, Francesco De Gregori, Francesco Guccini, Lucio Dalla, Perigeo, Roberto Vecchioni nel 1981 inizia la sua collaborazione con Pino Daniele.

“Si, per volere dell’allora nostro manager comune Willy David – racconta Tony Esposito -, nell’album ‘Vai mò’, con James Senese, Rino Zurzolo, Joe Amoruso, Tullio De Piscopo. Un disco questo contenente perle sonore come ‘Notte che se ne va’, ‘Yes I Know my way’, ‘Ma che ho’, ‘Puorteme a casa mia’. Con Pino ho registrato anche ‘Sciò live’ nel 1984, ‘Il mio nome è Pino Daniele e vivo qui’ nel 2007 e l’anno dopo ‘Ricomincio da 30’. Suonare tutti insieme è stato un sogno, la nostra grande avventura, il nostro sound era contaminato da culture differenti, storie, colori. Catturammo le energie creative di questo luogo meraviglioso, esotico, cosmopolita da sempre che è Napoli. Dopo ‘Sciò live’ ognuno di noi ha percorso il proprio sentiero artistico e umano fino al ritorno ‘a casa’, alla reunion del 2008, al ‘Tutta n’ata storia Live’”.

Come fu ritrovarsi in sala?

Nonostante gli anni trascorsi dal primo momento capimmo che la magia tra noi non era svanita; bastò accendere gli amplificatori, imbracciare ciascuno il proprio strumento e tutto fu naturale.

Oggi vendere dischi, è ormai un’utopia, in un mondo in cui la musica si è smaterializzata, vive on line e raccoglie consensi solo con i ‘like’.

I nuovi mezzi di comunicazione hanno aperto nuovi orizzonti e la cosa è positiva. Questo ha fatto sì che nascesse il fenomeno della promozione ‘fai da te’ che segue a ruota quello delle ‘canzoni fai da te’, registrate in casa e messe on line; alcune di queste sono interessanti, altre no. Alla fine comunque dovrebbe scegliere sempre il pubblico: esiste il libero arbitrio.

Dovrebbe?

Per scegliere bisognerebbe avere diverse proposte differenti invece siamo in piena egemonia delle tv e delle radio generaliste e non che propongono le stesse cose, la stessa musica: vedi Sanremo, X Factor, Amici.

Quindi la scelta è viziata?

Si, una finta democrazia mediatica che genera scelte imposte anche se in maniera velata. Ricordo programmi come D.O.C. di Renzo Arbore dove si ascoltava tutta la musica, anche quella di nicchia. Oggi è tutto uguale e se qualcuno per miracolo accoglie te e la tua musica in tv, vieni messo in palinsesto in fasce orarie proibitive e mai in prima serata.

> di Carmine Aymone

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