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Il pesce alleato del nostro sistema immunitario

  19 Maggio 2020

Una giusta alimentazione, unita a un sano stile di vita,  aiuta a fortificare il sistema immunitario

Rafforza il sistema immunitario ed è profondamente benefico per il nostro organismo. Stiamo parlando del pesce, un alimento fondamentale della dieta mediterranea sempre presente sulle nostre tavole. Ricco di omega 3, proteine ad alto valore biologico, sali minerali e grassi mono e polinsaturi, aiuta a combattere il colesterolo cattivo (LDL) che, con i trigliceridi, rappresenta il grasso nel nostro organismo e aumenta il colesterolo buono (HDL). Valori normali di LDL non sono pericolosi per le persone ma necessari per il corretto funzionamento dell’organismo. Al contrario, un valore alto può portare danni alla salute perché aumenta il rischio di patologie cardiovascolari. L’HDL, invece, ha la funzione responsabile di trasportare i grassi dalle arterie periferiche agli organi “spazzini” che raccolgono l’eccesso di colesterolo e lo veicolano al fegato che lo elimina. E non basta.

In questi giorni, il pesce assume un importante ruolo per la nostra dieta perché gli esperti lo consigliano per combattere il coronavirus. A rivelarlo è l’Associazione psicocoltori italiani (Api) di Confagricoltura che invita a consumare i prodotti ittici allevati in quanto sono in grado di rafforzare il sistema immunitario. «Il pesce allevato in Italia è di qualità garantita – spiega l’associazione di categoria in un comunicato. Grazie alla vicinanza degli impianti di acquacoltura, arriva fresco sulle nostre tavole». È ampiamente dimostrato che l’assunzione di 200 grammi settimanali di pesce come orata e trota permette di coprire il fabbisogno di EPA e di DHA potenti alleati del sistema immunitario. Tra i pesci allevati in acquacoltura, la trota iridea, di cui l’Italia è l’leader in Europa per la produzione e, insieme all’orata, ha elevate proprietà nutrizionali: ricca di omega 3, proteine, vitamine essenziali, minerali come iodio e selenio e acidi grassi. La trota risulta essere un pesce di grande digeribilità, adatto ai bambini già dall’ottavo mese di vita. Nel 2019 una ricerca ha evidenziato che l’acquicoltura italiana ha prodotto 37 mila tonnellate di trote iridee, per un valore di oltre 120 milioni di euro, con un 40% di export verso i Paesi del Nord Europa dove, questa eccellenza italiana, risulta essere molto apprezzata. Un alimento per tutti: sano, gustoso e ricco di nutrienti da scegliere sempre e, soprattutto in questo periodo, in cui la preoccupazione per la salute è forte. Ma è possibile rendere l’allevamento del pesce ecologicamente  sostenibile? Ad una prima osservazione le “fish farm” dove si allevano pesci servono proprio per evitare l’esaurimento delle risorse marine. La realtà, però, è più complessa, considerando che in genere i pesci sono allevati con farine e oli ricavati da pescato meno pregiato catturato in mare.

In Europa il problema è da tempo all’attenzione dell’industria di settore: infatti, dal 1998 la Commissione Europea finanzia numerosi progetti di ricerca in materia con l’obiettivo di utilizzare in modo responsabile le scarse risorse, tenendo conto di tutti gli aspetti economici, zootecnici, di benessere e salute animale e di qualità del prodotto. Anche negli Stati Uniti il problema della sostenibilità è molto sentito e si sta sperimentando la possibilità di allevare trote con un mix di alghe, olio di semi di lino e sotto-prodotti di origine vegetale. La miscela ottenuta ha un buon equilibrio di acidi grassi e contiene meno inquinanti rispetto ai pesci allevati con mangimi a base di ingredienti di origine marina. In realtà l’utilizzo di mangimi completamente privi di farina e olio di pesce ha costi troppo elevati rispetto ai mangimi tradizionali e non è economicamente praticabile. Altra soluzione per salvaguardare risorse e ambiente è quella degli allevamenti biologici ma resta, però, una soluzione minoritaria. Tra gli studi al vaglio ci sono quelli di Nifes, Istituto norvegese di ricerca sull’alimentazione, che sta studiando la possibilità di utilizzare gli insetti per alimentare i salmoni.

> di Federica Melis

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