Il mare di Napoli come un cristallo: limpido ma fragile
15 Luglio 2020
Il Ministro Sergio Costa in prima linea nella salvaguardia delle acque italiane: a garantirne la tutela sarà il nuovo Supercommissario contro l’inquinamento del mare
“Meglio dei Caraibi!”, “Guardate qua che spettacolo”, “Un mare così ce lo invidia tutto il mondo” … Sono queste le frasi che hanno popolato la nostra bacheca Facebook a partire dalla seconda settimana del lockdown. Tra l’altro, non ci sono altri modi per descrivere una meraviglia del genere: un mare limpido, cristallino come non lo era da tempo, incorniciato dal golfo più famoso del Mondo e accarezzato dalla brezza primaverile.
Un capolavoro della natura, impreziosito dai palazzi di Via Caracciolo e Via Posillipo che rischia, tuttavia, di diventare solo un ricordo. Eh già, perché come un cristallo anche il fragile ecosistema marino potrebbe facilmente andare in frantumi. E la colpa di chi sarebbe? Ovviamente dell’uomo, di chi, incurante delle conseguenze sversa in acqua rifiuti di ogni genere. Vi ricordate com’era prima? Di quando vi lamentavate delle bottiglie di plastica o di birra tra gli scogli, o di quando il pomeriggio eravate costretti ad abbandonare le spiagge per “l’invasione” delle alghe? Ecco, tutto ciò non dovrà assolutamente ripetersi; ma chi si assumerà la responsabilità di tutelare e preservare la “salute” delle nostre acque?
La risposta da parte delle autorità non si è fatta attendere: Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha infatti avviato le procedure per l’istituzione di una nuova figura. Si tratta di un Supercommissario, un tecnico di alto profilo incaricato del monitoraggio delle acque marine, lacustri e fluviali nonché responsabile della lotta contro l’inquinamento ambientale. La sua giurisdizione, tuttavia, non si estenderà solo all’interno della Campania, ma coprirà l’intero territorio nazionale poiché non solo Napoli, ma anche molte altre città hanno beneficiato del lockdown. Stiamo parlando della laguna di Venezia, dove i cigni hanno preso il posto delle gondole; di Cagliari, sorprendentemente “invasa” dai delfini e di tutti quei luoghi nei quali la natura sembra aver ricominciato a respirare.
Ma torniamo a Napoli dove, già da prima della fase due, numerosi campionamenti sono stati effettuati in vari punti strategici. Ciò servirà a capire nel dettaglio quali siano gli inquinanti presenti nelle nostre acque, così da poter risalire alle industrie da cui provengono. Un’azione mirata, il cui esito positivo sarà garantito dalla meticolosità e dalla periodicità delle operazioni, nonché dalla professionalità degli operatori locali. Non siamo mai stati tanto vicini dal poter godere di un mare così straordinario, ma dobbiamo anche fare i conti con la realtà: la sola figura del Supercommissario non servirà a molto se i cittadini continueranno ancora a gettare in acqua buste di plastica, reti e mozziconi di sigarette. Perché, per pulire il mare di Napoli, non basterà solo un esponente governativo, ma servirà anche la mano, anzi, l’educazione di cittadini e turisti.
Vi sembra esagerato? Male. Considerate infatti quello che è accaduto sul litorale Domitio. Siete tutti a conoscenza di quella spaventosa macchia oleastra alla foce del canale Agnena, vero? E pensare che stiamo parlando di pochi giorni dopo la riapertura delle fabbriche. Per non parlare poi delle immagini raffiguranti guanti in lattice e mascherine che sembrano aver sostituito i sanpietrini nelle piazze di tutto il mondo. Per questo è indispensabile che ognuno si dia da fare, che ciascuno collabori per il benessere della nostra città, la più bella del mondo. Perche, per pulire il mare di Napoli, non basterà solo un esponente governativo, ma servirà anche la mano, anzi, l’educazione di cittadini e turisti.
di Andrea Grillo