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Si potrebbe andar tutti quanti allo zoo comunale

  12 Novembre 2020

Lo Zoo di Napoli: un parco faunistico, botanico e architettonico nel cuore di Fuorigrotta

 

Chiedendo in giro informazioni sullo Zoo di Napoli la risposta che si ottiene è, più o meno, sempre la stessa: “Che io sappia sta tutto abbandonato, con quelle povere bestie maltrattate e il comune che non fa niente”. Ma quando alle stesse persone viene mostrata la realtà dei fatti, la reazione è una sola “Uah, come lo hanno ristrutturato bene!”. Eh sì, ormai quello di uno zoo incurato, anzi, completamente abbandonato è solo un ricordo. E lo è da ben sette anni, da quando l’attuale presidente Francesco Floro Flores decise che era ora di restituire al popolo napoletano un pezzo di storia.

Così, partendo letteralmente da zero, i lavori di restauro procedettero di settimana in settimana a cominciare dall’area della fattoria. «Ancora oggi lo zoo non può definirsi completo» ci ha spiegato il presidente. «Molto è stato fatto, ma l’intera struttura è in continuo rinnovamento per migliorare sia gli ambienti dedicati agli animali che quelli per il personale». Ed è proprio questo approccio a rendere l’intera struttura all’avanguardia. «Prima si aveva una concezione dello zoo completamente diversa e secondo la quale contava principalmente il numero delle specie. Noi invece abbiamo scelto di ridurne la quantità per far sì che ogni animale avesse molto più spazio per muoversi all’interno del proprio recinto». Proprio così, dimenticatevi l’immagine di una tigre chiusa in una gabbia perché oggi allo zoo di Napoli i quattro esemplari ivi presenti hanno ben settemila metri quadrati e quattro piscine a loro diposizione. Questo vale per ognuna delle specie, il cui recinto è adattato alle dimensioni dell’animale che ospita. Ma la cosa più bella è che gli spazi vengono continuamente aggiornati con l’inserimento di nuovi stimoli per l’intrattenimento dei vari esemplari.

A prendersi cura di loro giorno dopo giorno, è un’equipe di trenta lavoratori fissi ai quali nei week and se ne aggiungono altri venti per gestire al meglio il maggior afflusso di turisti. All’interno dello staff sono presenti veterinari, keepers, personale addetto alla cura degli ambienti e dei locali nonché guide specializzate. Una squadra in perfetta sinergia, che durante il lockdown ha continuato a lavorare per il bene degli animali.

Non pensiate, tuttavia, che sia stato facile arrivare a questo punto. Ben sei milioni di euro sono stati spesi per l’ammodernamento e il rifacimento degli ambienti. Gli zoo di Londra, Vienna e Berlino (tra i più importanti d’Europa) sono stati i modelli di ispirazione per lo svolgimento dei lavori che continuano tutt’oggi soprattutto grazie alle entrate provenienti dalla vendita dei biglietti. Ma se lo zoo è già così moderno e all’avanguardia, cos’altro c’è da fare? «Beh, il prossimo investimento consisterà nel ristrutturare i magazzini per incrementarne l’efficienza nonché tutte le aree addette alla ristorazione e al merchandising. Successivamente investiremo nella realizzazione di uno spazio adatto ad accogliere gli scimpanzè per poi ricostruire e ampliare il recinto dei leoni» ci ha risposto il presidente carico di entusiasmo.

Eppure, sebbene l’attenzione e la cura degli animali siano la priorità all’interno dello zoo, c’è ancora chi sostiene che queste strutture siano solo una crudele tortura per chi è costretto a vivere in delle gabbie contro la propria volontà. «Non è proprio così – ci spiega Floro Flores. Gli zoo svolgono oggi un ruolo fondamentale per la tutela, la salvaguardia e la riproduzione in cattività delle specie in via di estinzione. Siamo riusciti a far riprodurre i nostri siamango, e non è un risultato da poco. Grazie alla collaborazione con altri zoo (come quelli di Londra e Berlino) puntiamo ad accogliere altri esemplari così da averne due per ciascuna specie, naturalmente di sesso opposto». I cuccioli, successivamente, non resteranno all’interno dello zoo, ma verranno affidati ad altre strutture che li prepareranno per l’inserimento nel loro habitat naturale. Ma non solo. Attraverso le visite guidate, i laboratori e i campi estivi, si punta a educare le nuove generazioni insegnando loro il rispetto nei confronti di ogni forma di vita.

Oggi lo Zoo di Napoli è un vero e proprio riferimento in continuo sviluppo. Un gioiello urbano che accoglie quattrocentonove animali, duecentodue specie vegetali nonché strutture architettoniche d’epoca come la Villa Leonetti. Un’area che andava restituita alla città di Napoli. Un luogo in cui siamo stati accompagnati da bambini e dove un giorno porteremo i nostri figli e nipoti. Per questi motivi, il prossimo week and non prendete impegni perché, come cantava Enzo Jannaci “Si potrebbe andar tutti quanti allo zoo comunale”.

di Andrea Grillo

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