Con Simona da “Sette Traiteur”
28 Aprile 2016Sapori italiani a Parigi
La storia di Simona Azzarelli comincia come quella di tanti ragazzi e ragazze che, ogni anno, partono dalla Sicilia sperando di piantare il proprio sogno in un suolo più fertile.
E termina come quella di coloro che ci riescono, grazie soprattutto alle conoscenze, alle tradizioni e alle idee che sono patrimonio di chiunque provenga da quell’isola meravigliosa.
Di speranze e di sogni, Simona, all’epoca diciannovenne, ne aveva da vendere quel 16 ottobre 2006, quando lasciò la sua amata Catania per trasferirsi nella capitale francese.
Dalla Sicilia alla Francia. Perché ha scelto proprio la capitale della Bella epoque?
Ho sempre sentito una forte attrazione per Parigi. Il mio obiettivo era lavorare qui in ambito turistico, ma essendo diplomata presso un istituto alberghiero, nonché figlia d’arte (con un padre chef), ho trovato presto sbocco nel campo della ristorazione. Per anni mi sono divisa tra il lavoro di cameriera in alcuni ristoranti italiani e lo studio della naturopatia, altra mia grande passione. Col tempo, tuttavia, ho iniziato a nutrire il desiderio avere un posto che fosse tutto mio, dove poter servire i clienti, cucinando e vendendo, alla mia maniera e con prodotti genuinamente italiani.
E poi?
Nel 2015 la dea bendata ci ha messo lo zampino, e ne ho approfittato per comprare una piccola boutique gastronomica nel XVIII arrondissement. è nata così la “Sette Traiteur” (sette è il numero civico, ndr). Vinco la concorrenza, sempre più in crescita – i francesi amano la nostra cucina! -, puntando tutto sull’unicità e sulla qualità. In primo luogo ho scartato la maggior parte delle marche reperibili nei supermercati parigini, e mi sono affidata alla conoscenza del patrimonio enogastronomico della mia terra per avviare collaborazioni con vari produttori e fornitori locali.
Naturalmente, ho poi ampliato il raggio anche ad altre regioni italiane, giungendo a rifornirmi di tutto, dal dolce, al salato, agli alcolici più particolari: ho ad esempio l’esclusiva su alcuni prodotti pugliesi, mi consegnano formaggi e latticini da Battipaglia, ‘nduja e olio dalla Calabria…
Molte persone vengono qui anche per acquistare piatti d’asporto o per fermarsi a mangiare al tavolo. Quali sono i segreti della sua cucina?
Tutto ciò che servo, lo cucino con le mie mani. Questo piace molto ai clienti francesi, che danno grande valore alla gestione familiare e vedono la mia come una “cucina della mamma”, tipicamente italiana. Non ho un menù fisso, e sforno ogni giorno piatti freschi, a seconda dell’umore e delle prenotazioni.
Sperimento molto, e vado fiera dell’ottimo riscontro ottenuto da alcune delle mie creazioni, come le lasagne al tartufo o il dolce al concentrato naturale di pistacchio. Inaspettatamente, e con mio grande piacere, i piatti vegani sono stati il maggior successo. Ma evito accuratamente di chiamarli “vegani”, per non turbare troppo i clienti! Dopotutto molte delle ricette delle nostre nonne erano già vegane senza bisogno di specificarlo.
Quali progetti per il futuro?
Sogno di comprare un terreno e creare un piccolo ecovillaggio con le mie produzioni. Se chiudo gli occhi immagino un ristorantino con un centro benessere e una fattoria. Sarebbe un’unione armonica di tutte le mie passioni: la cucina, la terapia e gli animali (che non si mangiano, sono da compagnia!). Fatto questo, potrei definirmi una donna realizzata (Foto di Alessandro Manna).
di Alessio Russo