“Non solo soldi”
27 Aprile 2016
“Startup” è una parola usurata, come le parole troppo semplici: diamoci da fare, cominciamo, andiamo avanti e così via! Startup è una combinazione riuscita tra l’introduzione della lingua inglese nell’economia italiana e la opportunità che i giovani intravedono per organizzare la propria vita: mentre il mercato del lavoro è diventato asfittico ed impermeabile. Mettersi in proprio con una startup è una buona scelta ma ci sono anche molte trappole dietro la voglia, giusta e necessaria, di mettersi in moto per trovare la strada che ti porta al mercato del lavoro: ad una vita che valga la pena di essere vissuta. Se vuoi produrre beni o servizi devi capire per prima cosa a chi li potrai vendere: perché le persone cercano utilità e valore in quello che vogliono comprare. In parallelo devi capire anche gli strumenti e le tecniche da usare per produrre beni e servizi ma non ti devi innamorare: gli strumenti devono solo essere capaci di offrire risultati appetibili per coloro che comprano i tuoi prodotti. Insomma, a dirla semplicemente, sono le perone che comprano, e non quelle che vendono, che riescono a chiudere i contratti. Al prezzo che si chiude proprio grazie ai consumatori. Mettersi in proprio significa anche capire che chi vuole creare qualcosa di nuovo lo deve fare in un gruppo: una gerarchia, una struttura, un insieme di persone che lavorano tra loro per avere un vantaggio comune. Mettersi in proprio crea un palcoscenico sul quale rappresentare le proprie capacità ed avviare la strada verso i mercati: la scena dei mercati presenta molte facce e molte soluzioni. Andare a vendere i propri servizi o i propri prodotti ai consumatori oppure andare a venderli alle organizzazioni già mature e presenti sulla scena? Cercare i soldi da parte del Governo e della pubblica amministrazione, oppure dalle banche e dagli attori finanziari non è la stessa cosa! Convincere un banchiere, oppure una struttura pubblica, per ottenere finanza richiede la capacità di esporre i propri progetti senza troppe complicazioni, difendendo le proprie ragioni senza cadere nel grande mare delle cose improbabili. Lavorare per imprese, oppure organizzazioni già assestate, è una strada interessante: guardare come lavorano gli altri è un modo utile per capire come si lavora. Esiste una conoscenza tacita che le piccole imprese apprendono dalle grandi e, le singole persone, apprendono da chi le coopta nelle proprie organizzazioni. Guardate le altre imprese che già lavorano sul mercato: perché, se le osservate, scoprirete i loro errori oppure le loro capacità. In entrambi i casi chi parte per secondo acquista un vantaggio per il suo futuro.
Massimo Lo Cicero è un economista, un revisore dei conti ed un giornalista. Ha insegnato in molte Università italiane, dal 1984 ad oggi. Si occupa di moneta e finanza, beni intangibili, relazioni e linguaggi nelle gerarchie organizzate. Lavora volentieri come advisor delle imprese, come sindaco oppure come consigliere nelle società di capitali.
di Massimo Lo Cicero