Ricordando Lino Romano
26 Gennaio 2017La Guerra di Tutti, kermesse diretta da Francesco Amato, giunge alla sua IV edizione; emozioni in scena per testimoniare il sacrificio delle vittime innocenti di camorra.
L a Guerra di tutti è uno spettacolo in memoria di Lino Romano e delle vittime innocenti della criminalità che quest’anno è giunto alla sua IV edizione.
Pasquale Romano la sera del 15 ottobre 2012, per un assurdo errore di persona, veniva colpito a morte da un killer della camorra. Pasquale Romano, purtroppo, è stato l’ennesima vittima innocente di una guerra che non voleva e che nessuno vuole. Spinto da questa voglia di protesta e dal desiderio di ricordare Pasquale degnamente, il suo amico e collega Francesco Amato si è impegnato, non senza difficoltà, anche quest’anno a realizzare l’evento “La guerra di Tutti”.
«Rappresenta un momento di aggregazione importante ed è anche un gesto di solidarietà per non dimenticare», ha affermato Francesco Amato.
Sponsor della manifestazione la Prysmian Group, azienda dove Lino Romano aveva da poco iniziato a lavorare e la Randstad, società interinale che aveva assunto Pasquale.
A sostenere l’iniziativa per il secondo anno consecutivo anche la rivista “Dodici”.
Francesco con questo evento vuole ricordare Pasquale come una persona solare, ironica ed allegra. La serata a lui dedicata, lo scorso 7 dicembre, con il consueto patrocinio della Regione Campania, alla presenza dei genitori di Pasquale, del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris e dell’assessore comunale alle Politiche Giovanili Alessandra Clemente – figlia di Silvia Ruotolo, altra vittima innocente della camorra, assassinata per errore nel giugno del 1997 – ha visto alternarsi sul palco tanti personaggi del mondo dello spettacolo, della musica, della danza e dello sport. A presentare l’attrice Ornella Varchetta, madrina dell’evento. Tra gli intervenuti ricordiamo l’attore Francesco Paolantoni, il giornalista e scrittore Gennaro Morra, autore anche del libro da cui poi trae origine il nome dell’evento, l’attore Arduino Speranza e il regista Alessandro Derviso, l’atleta Vincenzo Boni, bronzo nel nuoto alle Paralimpiadi di Rio 2016. A tutti loro, come consuetudine, è stato regalato un premio, in ricordo della serata. A realizzarlo, anche quest’anno, lo scultore Dario Caruso che ha creato “Neapolis” ovvero “città nuova”.
Molto intenso il significato dell’opera come ha spiegato Francesco Amato: «L’uovo è simbolo di fecondità e vita e si contrappone al Vesuvio, simbolo di Napoli, ma comunque essendo un vulcano, con il pericolo costante di una eruzione, anche simbolo di morte. Un rapporto di odio e amore che genera anche la vita rappresentata da un bambino d’oro che ci ricorda quanto preziosa sia la vita».
>Di Claudia Prezioso