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SAN PIETRO A MAJELLA: LA SCUOLA DEGLI INTERPRETI

  17 Luglio 2017

Parla Elsa Evangelista, Direttore del prestigioso Conservatorio di musica napoletano.

“Nel Conservatorio di Napoli vive ancora quel mondo del Settecento confluito dai quattro collegi della città quando, nel secolo passato, se ne è raccolta la sede”, ha ricordato il Maestro Riccardo Muti. Ed è proprio da questa tradizione, da questa storia, confluita e custodita dall’inizio dell’Ottocento nell’ex convento dei Celestini S. Pietro a Majella, che bisogna partire per comprendere il ruolo del Conservatorio nella valorizzazione e diffusione della grande tradizione musicale napoletana, non solo settecentesca, nel mondo.

Direttrice, in cosa consiste l’eredità degli antichi conservatori napoletani?

“L’eredità degli antichi conservatori napoletani – spiega il Maestro Elsa Evangelista, Direttore del S. Pietro a Majella dal 2011 – è in primo luogo materiale e documentaria. Oltre alla Biblioteca, che è una delle più importanti, il nostro Conservatorio custodisce un grande Archivio musicale aperto al pubblico, dove sono raccolti gli statuti degli antichi conservatori, le partiture e tutta la corrispondenza che intercorreva tra i vari direttori e i musicisti. Grazie a queste preziosissime fonti è possibile dunque ricostruire la storia delle istituzioni musicali napoletane, nonché dei vari artisti che si sono formati a Napoli”.

A proposito di questi allievi, quali sono quelli che hanno contribuito a rendere il Conservatorio celebre a livello internazionale?

Se vogliamo riferirci al passato, come non menzionare Alessandro Scarlatti. E poi ovviamente i grandi Giovanni Paisiello, Pergolesi, Traetta, Cimarosa. Fra gli allievi recenti ricordiamo invece Riccardo Muti, che qui ha studiato pianoforte, Roberto de Simone, grande etno-musicologo e autore della Gatta Cenerentola, Aldo Ciccolini, pianista di livello internazionale, e il violinista Salvatore Accardo. Allo scopo di riportare a Napoli questi grandi della musica, che hanno diffuso nel mondo il nome del nostro Conservatorio, nel 2013 ho appunto istituito il premio “S. Pietro a Majella”, che ha consentito fino ad ora incontri importanti, tradotti in emozionanti lezioni per i nostri studenti.

Un Conservatorio aperto alla città…

Certo, sin dal principio della mia direzione ho scelto di aprire le porte dell’Istituto, perché un bene così importante, culturalmente e architettonicamente ˗ riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali anche per la sua valenza museale ˗, doveva necessariamente esser reso fruibile all’esterno, attraverso visite guidate. Ci tengo anche a sottolineare la ricchezza del nostro Museo degli strumenti musicali, che custodisce fra l’altro una collezione di pregiati pianoforti dei secoli XVII-XVIII e la famosa arpetta Stradivari, l’unico esemplare da lui costruito. Per quanto riguarda l’attività concertistica, ormai il Conservatorio è diventato un punto di riferimento. Sono infatti nate diverse collaborazioni, con prestigiosi conservatori internazionali, come quello di San Pietroburgo, e con importanti istituzioni cittadine, come il Teatro San Carlo ˗ dove vorrei reintrodurre la prassi della partecipazione degli studenti del Conservatorio alle prove generali ˗ e la RAI di Napoli. Un’altra collaborazione rilevante è quella con il Museo di Capodimonte, dove abbiamo riportato i concerti con il “Luglio musicale” e “Musica alla Reggia”. Quest’anno, poi, in occasione dell’importante mostra dedicata a Picasso, abbiamo istituito una rassegna di concerti intorno alla figura dell’artista. Punto inoltre sull’Orchestra stabile del Conservatorio, rifacendomi all’antica tradizione istituita da Francesco Cilea nel 1925, che volle anche la costruzione della Sala Grande dei concerti, invitando grandi direttori.

Quali sono i motivi che spingono un allievo a scegliere il Conservatorio di Napoli, e quali le discipline preferite?

Sono orgogliosa del fatto che, dall’inizio della mia direzione, gli iscritti siano notevolmente aumentati. Gli allievi sono attratti in primo luogo dall’offerta didattica, che accanto ai corsi di grande tradizione, e dunque più seguiti, come pianoforte e canto, abbraccia anche le nuove discipline, come la musica elettronica e il jazz. Il nostro principale punto di forza è però quello di coniugare questa offerta con una vasta attività di produzione, dove gli studenti vengono guidati anche da grandi nomi come Riccardo Muti, e dove si sperimenta la sinergia tra nuovi e antichi linguaggi: due produzioni sono intervenute ad esempio su Jommelli e su Paisiello, facendo riascoltare le opere di questi due compositori con innovativi missaggi. Non bisogna infine dimenticare l’attrattiva generata dalla possibilità di sbocco professionale. Oggi, fortunatamente, nonostante la crisi economica e culturale, l’ambito della musica è uno di quei settori in cui l’allievo ha buone speranze di trovare lavoro, anche grazie all’apertura dei licei musicali e all’aumento delle scuole medie a indirizzo musicale.

Quali sono i progetti per i prossimi mesi?

In primo luogo, ho fatto approvare un progetto per la riapertura dell’ultima sala della Biblioteca. Ora è un deposito, ma c’è una bellissima collezione di strumenti a fiato dell’Ottocento e di strumenti ad arco, oltre a un “pianoforte a cristalli”. Se tutto va bene tra poco questi gioielli saranno restituiti alla città. Presto sarà inoltre inaugurato un Museo virtuale. Vi sarà dunque la possibilità di visitare l’Istituto virtualmente, attraverso attrezzature multimediali, scoprendo il suo patrimonio unico, dalla quadreria, alle partiture, ai manoscritti digitalizzati.

Elsa Evangelista

Nata a Napoli, è un’ex allieva del Conservatorio, dove ha studiato Composizione, Musica Corale, Direzione di Coro, Organo e Composizione organistica. Eletta nel primo Consiglio Accademico dell’Istituto, dal 2005 al 2008 ha poi ricoperto la carica di Vicedirettore dell’Istituto ed è stata coordinatrice dei corsi di Alta Formazione. Interessata in particolare alla polifonia vocale ˗ dal 1992 è Direttore dell’Orchestra e Coro “La Nuova Polifonia” ˗ e all’etnomusicologia, ha ricevuto diverse onorificenze e riconoscimenti nazionali e internazionali, ed il suo nome compare anche nella “Enciclopedia Italiana dei Compositori Contemporanei”. È Direttore del Conservatorio di Napoli dal primo novembre del 2011.

 

>di Alessio Russo

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