CISE, infrastrutture per lo sviluppo del Sud
25 Luglio 2017
Circa 98 milioni di euro di finanziamenti per progetti su ambiente e sicurezza nei territori nazionali, in particolare nelle regioni meridionali: è il primo importante impegno assunto da CISE, la Confederazione Italiano Sviluppo Economico presentata al Palazzo Gruppi Parlamentari di Roma. Una presentazione che segue di pochi giorni l’importante protocollo d’intesa firmato dal Ministero degli Interni: CISE è stata infatti individuata quale soggetto attuatore nell’attuazione del PON-Legalità (Programma Operativo Nazionale) 2014-2020 delle cinque regioni meridionali Campania, Calabria, Puglia, Basilicata e Sicilia.
Con un Mezzogiorno che rimane drammaticamente indietro rispetto alla contenuta ripresa economica con un Pil pro-capite di 17.886 euro a fronte di una media nazionale di 26.946 euro, si tratta, dunque, di un cambio di passo che è proprio una delle mission della CISE, la Confederazione Italia Sviluppo Economico. L’organismo, presieduto da Giuseppe Romano, presidente di ASI Napoli, affiancato dal direttore generale Michele Giannattasio, che vanta una lunga esperienza sui consorzi industriali, mira a creare una virtuosa sinergia tra le realtà territoriali quali consorzi industriali, imprese private, autorità portuali per realizzare nuove infrastrutture, attraendo anche investimenti esteri sul territorio nazionale e in particolare nel sud Italia.
La mission strategica della CISE, costituita su iniziativa dei Consorzi Asi di Napoli, Asi Caserta e Asi Sud Pontino, presieduto da Salvatore Forte, dell’Eurispes e dell’Universitas Mercatorum, “è l’attivazione di tutte le risorse necessarie – sottolinea Raffaela Pignetti, presidente di Asi Caserta – a colmare il gap infrastrutturale delle regioni meridionali e ad accrescerne l’attrattività per nuovi investimenti produttivi per rilanciarne lo sviluppo economico e sociale”.
“Il nostro obiettivo – aggiunge Romano – è di porci come interlocutore primario per la condivisione di articolati piani di rilancio del territorio tra gli associati e le imprese allocate nelle aree industriali del paese, attraendo investimenti anche comunitari e determinando le migliori condizioni possibili per il finanziamento delle opere. Ed in breve tempo, grazie al protocollo d’intesa con il ministero degli Interni, ci stiamo già attivando per gestire un primo finanziamento di 10 milioni di euro per un sofisticato sistema di video-sorveglianza per gli agglomerati urbani di Napoli e Caserta”.
E tra le opportunità di rilancio, per superare il deficit infrastrutturale legato ad esempio ad una carente rete ferroviaria suburbana di appena 670 chilometri all’evidente congestionamento autostradale che penalizza il trasporto delle merci, una possibile alternativa proviene dal mare e dalla strategica posizione del nostro paese come evidenziato dal presidente di Eurispes Gian Maria Fara c’è la infrastrutturazione portuale: “Il Mediterraneo – sottolinea Fara – è uno scenario di potenzialità inespresse, a fronte di una economia del mare che è comunque una componente fondamentale con oltre 1 milione di addetti ed una incidenza del 14% sul cluster logistico nazionale. Ci vuole dunque una risposta strategica per innovare la catena logistica che in Italia è ancora frammentata e che produce perdite per 50 miliardi di euro annui in inefficienza”.
Il Presidente di Universitas Mercatorum, Danilo Iervolino, si sofferma invece sul ruolo della formazione come elemento strategico per sostenere la competitività delle imprese.
In questo contesto, la funzione dei Consorzi industriali resta strategica. Lo ribadisce la Presidente Pignetti nel suo intervento mettendo in guardia dalle ricorrenti ipotesi di riforma o di superamento dei Consorzi che periodicamente rispuntano nelle agende politiche delle regioni del Sud e che determinano incertezza e ritardi nella programmazione e nell’attuazione delle attività istituzionali.
Questa impostazione è stata condivisa da Giuseppe Coco coordinatore dei consiglieri del Ministero per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, che ha partecipato ai lavori in rappresentanza del Ministro, Claudio de Vincenti.
“I Consorzi industriali non hanno bisogno di interventi legislativi – spiega Coco – ma di investimenti per il potenziamento delle dotazioni infrastrutturali e di una programmazione che superi la logica della competizione territoriale ed ampli il raggio di azione attivando nuove strategie di cooperazione di area vasta”.
Coco indica nella nascita del CISE un progetto che va esattamente in questa direzione mettendo insieme Consorzi industriali di rilevanza nazionale, cogliendo l’importanza decisiva dell’aggregazione e delle sinergie nel contesto della competizione globale.