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FONDAZIONE CON IL SUD: COESIONE CHIAVE DI VOLTA PER LO SVILUPPO

  26 Luglio 2017

Carlo Borgomeo: Le nostre iniziative per favorire le buone pratiche e le comunità sul territorio.

“Fondazione con il Sud” è nata quasi 11 anni fa, da un accordo tra le fondazioni di origine bancaria e il mondo del terzo settore e del volontariato. La sua missione è favorire percorsi di coesione sociale, ossia realizzare nelle regioni del Sud quella che, con una parola che può suonare difficile, viene chiamata infrastrutturazione sociale. “Un termine – spiega il presidente Carlo Borgomeo – che assume significato e rilevanza dal momento in cui si mettono in “collegamento” diversi luoghi e soggetti favorendo così la coesione sociale, tramite la conoscenza reciproca, il dialogo e la modalità del lavorare insieme, collaborando allo sviluppo del territorio e alla promozione del bene comune. Partire da qui, dalla coesione sociale, è la vera chiave di sviluppo dei territori, anche se troppo spesso siamo stati abituati a pensare che questo dipenda esclusivamente dalla crescita economica e che il welfare sia qualcosa su cui investire esclusivamente in periodi in cui l’economia “gira” per il verso giusto. E’ esattamente il contrario”.

Quali sono le azioni messe in campo dalla Fondazione?

La Fondazione sostiene interventi “esemplari”, ossia iniziative che per qualità, rappresentatività delle partnership coinvolte, gestione delle risorse e impatto sul territorio, possano divenire esempi di riferimento di un processo virtuoso di sviluppo del capitale sociale nel Mezzogiorno. Si tratta di iniziative per l’educazione dei ragazzi alla legalità e per il contrasto alla dispersione scolastica, per valorizzare i giovani talenti e attrarre i “cervelli” al Sud, per la tutela e valorizzazione dei beni comuni (cultura, ambiente, riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie), per la qualificazione dei servizi socio-sanitari, per l’integrazione degli immigrati, per favorire il welfare di comunità. La Fondazione sostiene, inoltre, iniziative per il rafforzamento del ruolo del volontariato al Sud e promuove la nascita di Fondazioni di Comunità, enti non profit in cui soggetti rappresentativi di una comunità locale (privati cittadini, istituzioni, associazioni, operatori economici e sociali) collaborano tra loro con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita della comunità stessa, attivando energie e risorse e promuovendo la cultura della solidarietà, del dono, e della responsabilità sociale. In questi anni la Fondazione CON IL SUD ha sostenuto oltre 1000 iniziative, tra cui la nascita delle prime 5 Fondazioni di Comunità del Mezzogiorno (nel Rione Sanità e nel centro storico di Napoli, a Salerno, Messina e nella Val di Noto), erogando complessivamente 176 milioni di euro.

Perché la scelta di questi campi d’intervento?

Puntare sul sociale è il vero investimento da realizzare se si vuole garantire lo sviluppo duraturo di un territorio. Solitamente nessuno è palesemente ostile o contrario alle politiche sociali, ma nei fatti notiamo che queste vengono praticate esclusivamente in condizioni di economia fiorente o in una fase di crescita. Di contro, assistiamo invece a disinvestimenti o tagli. Ma uno sviluppo credibile e duraturo non può che partire da qui. I livelli di dispersione e abbandono scolastici; la scarsa capacità di “attrarre” menti brillanti, mentre assistiamo al sempre più diffuso fenomeno della fuga dei “cervelli”; lo stato di abbandono e l’incuria in cui versano i beni comuni, l’incapacità di valorizzare il nostro patrimonio, sono solo alcuni esempi di una cultura politica miope che, oltre a provocare effetti diretti all’economia (basti pensare ai costi per gestire le “emergenze” o contenere i danni), privano il Sud e il Paese di un enorme potenziale di sviluppo. E’ allora qui che occorre intervenire ed è in questa direzione che si spinge il lavoro della Fondazione CON IL SUD.

Che valore hanno prodotto i vostri interventi?

Attraverso le iniziative sostenute sono stati coinvolti, come destinatari degli interventi, oltre 280 mila cittadini. La maggior parte sono giovani ed è interessante notare che nel 40% dei casi si tratta di minori. Tutte le iniziative vengono realizzate da partnership con organizzazioni di volontariato e terzo settore, in collaborazione con realtà del mondo profit, della cultura, delle istituzioni. E’ un lavoro “in rete”, una collaborazione per raggiungere degli obiettivi che guardano al bene comune. Mediamente, per ogni progetto, le partnership attivate sono composte da 8 organizzazioni, per un totale di 7.597 rapporti di collaborazione attivati in questi anni e un totale di 6.000 organizzazioni coinvolte. Alcuni progetti, inoltre, hanno permesso di creare posti di lavoro: registriamo infatti circa 2.000 nuovi inserimenti occupazionali. E’ poi interessante, e per noi molto rilevante, notare che il 75% delle iniziative finanziate raggiunge un buon livello di autosostenibilità, riuscendo dunque a portare avanti le attività e le iniziative avviate con il sostegno della Fondazione anche quando questo si conclude. Ma voglio anche raccontare una bellissima esperienza tra le tante sostenute dalla Fondazione, quella delle Catacombe di San Gennaro di Napoli nel quartiere Sanità che, grazie all’impegno della comunità e soprattutto dei giovani del Rione, sono state riaperte al pubblico dopo ben 41 anni di chiusura. Si è partiti da un patrimonio – artistico, storico, culturale – di straordinaria bellezza, restituendolo non solo a chi vi abita intorno, ma potenzialmente a chiunque. Tutto questo contaminando positivamente il paesaggio e la comunità locale e creando un indotto che ha prodotto lavoro per i giovani del quartiere (sono nate tre imprese sociali gestite direttamente dai ragazzi del Rione), con un forte incremento di visitatori, soprattutto stranieri. Un bellissimo esempio di come coesione sociale, impegno e responsabilità portano sviluppo anche economico.

Che segno hanno tracciato i vostri progetti?

In alcuni casi segni molto evidenti con un importante effetto di “contagio” del territorio, come le esperienze descritte precedentemente dimostrano. Ma poi c’è un effetto meno misurabile, ma certamente crescente, di richiamo alla centralità della coesione sociale.

Quanto della sua esperienza, in particolare alla guida della Società per l’imprenditorialità giovanile, e di Sviluppo Italia, porta all’interno della Fondazione CON IL SUD?

Una discreta conoscenza dei territori, delle diverse culture, delle potenzialità ed anche dei difetti del nostro Sud. Ma con il lavoro della Fondazione, sinceramente, incontro più potenzialità che difetti. E mi convinco di quanto il terzo settore potrebbe essere importante per cambiare il Sud.

> di Francesco Bellofatto

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