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Alfredo Arias rilegge Viviani

  28 Febbraio 2018

Debutto in prima assoluta a Napoli, al Teatro San Ferdinando, per “Eden Teatro”, capolavoro di Viviani. Firma la regia il celebre regista franco argentino Alfredo Arias, conosciuto in Italia per il grande successo di “Circo Equestre Sgueglia” nel 2014. Prodotto dallo Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, lo spettacolo sarà in scena fino a domenica 11 marzo, all’Eliseo di Roma dal 20 al 29 marzo e all’Athénée Théâtre Louis-Jouvet di Parigi dal 24 al 29 maggio.

In scena Mariano Rigillo, Gaia Aprea, Gennaro Di Biase, Mauro Gioia, Gianluca Musiu, Anna Teresa Rossini, Ivano Schiavi, Paolo Serra, Enzo Turrin. Le musiche sono eseguite dal vivo da Giuseppe Bulgarella alle tastiere, Pietro Bentivenga alla fisarmonica, Erasmo Petringa al violoncello; le scene sono di Chloe Obolensky; i costumi di Maurizio Millenotti; gli arrangiamenti musicali di Pasquale Catalano; il disegno luci di Cesare Accetta.

“È un onore per me lavorare sulla cultura napoletana che sento molto vicina – dice Arias -. Il mondo che suggerisce Raffaele Viviani è straordinario, è umanità poetica, ed è quello che cerco di mettere in scena”.

Argentina, Napoli, due culture vicine…

Sicuro! Maradona, il football, la religione, i pastori ci legano, ma anche l’intensità che i cantanti esprimono nelle canzoni. È un legame che sento molto forte.

Come sarà il suo Viviani?

È uno spettacolo musicale e dunque è molto importante il lavoro che hanno fatto Catalano sugli arrangiamenti e tutti i musicisti. Attori bravissimi a cominciare da Rigillo, grande esperto di Viviani. La regia sarà un po’ filologica e un po’ di sogno. Ho cercato di sparire lasciando parlare Viviani che mostra la fragilità di un mondo che si sta perdendo o forse è già sparito. Il Teatro è un’illusione e lo faccio perché non so cos’è, lo faccio in libertà! Quando mi dicono questo lavoro è nel tuo stile io chiedo: spiegami qual è! Il materiale di Eden Teatro è potente poiché racchiude in sé la capacità di Viviani di leggere la tenerezza, la sua conoscenza della fragilità umana.

Un lavoro sul mondo artistico…

L’Autore ci pone a confronto con personaggi che diventano lo specchio di quanto di più fragile e nobile possediamo fino a farci credere che un soffio può essere una tempesta e una canzone può essere immortale. Non ho costruito uno spettacolo sulla miseria di una compagnia ma sulla fantasia del mondo artistico. In esso tornano i miei ricordi di bambino del music hall, del circo, così come Fellini ne fu colpito. E inoltre festeggio questa cultura melanconica, sensuale, magica che è Napoli! Qui ciò che si vede quotidianamente è un’ispirazione. Quando affronto un autore non mi confronto con lui ma ne condivido l’opera. E ho costruito il nuovo editing in una sola notte per non perderne il filo, il ritmo. Il testo prevedeva 27 personaggi, li ho ridotti a 9 mantenendone la poetica. Vi aspetto a teatro!

Maresa Galli

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