News

home > News> Auto elettriche e isole a impatto zero: l'industria sceglie la e-mobility

Auto elettriche e isole a impatto zero: l’industria sceglie la e-mobility

  14 Febbraio 2019

Dai veicoli elettrici e ibridi ai nuovi esperimenti di “Isole energetiche” a impatto zero. Graded, azienda partenopea attiva da 60 anni nel mercato della progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione di impianti di produzione di energia ad alta efficienza, da fonti tradizionali e rinnovabili, punta sulla mobilità green. Sarà completato entro il 2019 un percorso che la società guidata dal presidente di Confindustria Campania, Vito Grassi, e dal fratello Federico, ha intrapreso già dalla metà del 2017 avviando la transizione dell’intero parco auto  – composto di circa 20 unità tra vetture e veicoli commerciali – verso la modalità “Hybrid” o, dove possibile, elettrica. Entro fine anno, continuando con la trasformazione e considerando i nuovi progetti in cantiere che prevedono anche “Isole a impatto 0” (Aziende Ospedaliere o Università), la conversione alla e-mobility potrà portare un risparmio di circa 12.000 kg di C02 l’anno. Per raggiungere questo obiettivo Graded si è affidata alla “Rms Rent & Mobility Solutions” di Roberto Marotta.

Un tema, quello della mobilità green, che Graded promuove anche attraverso il finanziamento di progetti per la realizzazione di colonnine di ricarica per auto elettriche. In occasione dell’ultimo“Atelier della Salute”, evento organizzato dal Policlinico e dalla Scuola di Medicina e Chirurgia di Napoli con l’obiettivo di condividere “buone pratiche” riproducibili per l’adozione di stili di vita sostenibili nella popolazione campana, la società ha partecipato all’installazione di una wall-box per auto green finanziata da un Raggruppamento temporaneo di imprese.

 “Si stima che l’immatricolazione di 70.000 veicoli elettrici in Italia, in sostituzione di altrettanti mezzi a combustione interna, produrrebbe l’emissione di circa 63.000 tonnellate di anidride carbonica l’anno, contro le 136.000 del sistema tradizionale, con una diminuzione di circa il 54% – commenta Federico Grassi -. Un beneficio non trascurabile considerando che l’inquinamento atmosferico – specie nelle aree urbane – è una delle cause principali di mortalità nell’era moderna e che un quinto delle emissioni inquinanti sono causate proprio dal comparto dei trasporti. Una riduzione più ambiziosa delle emissioni di carbonio richiede sforzi maggiori e un impegno politico costante – aggiunge Grassi – . Le politiche che riducono la necessità del trasporto individuale, così come una migliore pianificazione urbana o un maggiore uso del trasporto collettivo, possono facilitare l’implementazione di nuove tecnologie e ridurre considerevolmente l’investimento richiesto”.

 Alessandro Tasini

condividi su: