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CON LE MIE BORSE CONTRO L’ILLEGALITÀ

  22 Febbraio 2019

La coraggiosa sfida di Ornella Auzino per la rinascita della pelletteria napoletana

Che la contraffazione rappresenti una delle principali piaghe che affliggono il mondo della moda non è certo un mistero. L’ultima conferma arriva da una delle principali agenzie che vigilano sulla protezione e la reputazione dei brand, MarkMonitor, che in un recente studio sul settore ha individuato come circa il 47% dei marchi sia vittima di perdite di ricavi a causa di imitazioni e merci contraffatte che, solamente nel mercato online, pesano in una percentuale superiore al 10% per un’azienda su tre tra quelle che operano nel campo del fashion; se invece si considera anche il mercato fisico, che rende ancora più complesso un preciso e reale accertamento sull’entità del fenomeno, i numeri tendono a lievitare e appaiono ancora più inquietanti.

Se la velocità con la quale il flusso costante di prodotti falsi intacca il nostro Paese è preoccupante, lo è doppiamente a Napoli: da sempre sinonimo di eccellenza e pregio, la città è al contempo martoriata da un sistema corrotto. Insomma, Napoli è al tempo stesso capitale dell’alta moda e della contraffazione e glia di un paradosso dalle dinamiche malsane che Ornella Auzino, pellettiera e imprenditrice napoletana da generazioni, ha deciso di s dare con notevole coraggio e determinazione.

La sua storia è racchiusa in un libro-denuncia di successo, dal titolo “Le mie borse”, che racconta il difficile percorso intrapreso e che l’ha portata ad una rivincita virtuosa contro il proliferare diffuso di illegalità e crimine organizzato che da troppo tempo condizionano il capoluogo campano. L’azienda di famiglia di Auzino nasce negli anni ’70, un periodo particolarmente florido per la moda e che consente un’affermazione così rapida sul mercato da poter introdurre una propria linea di borse ed accessori in pelle di alta fattura.

In seguito alla crisi economica del settore, che tra gli anni ’90 e il 2000 ha letteralmente decimato il merca- to del reparto tessile sia a livello nazionale che cittadino, l’impresa si trova improvvisamente a dover fronteggiare una mancanza di committenze pressoché totale.

Iniziano così anni di lavoro in qualità di terzista a cui fanno seguito, per necessità di sopravvivenza, impiego e produzioni di semilavorati realizzati sottocosto; nel 2013, sull’onda di pagamenti mancanti a fronte di lavori effettuati, l’azienda rischia di chiudere in maniera definitiva. S dando la corruzione dilagante e cercando nuova clientela al di fuori dei confini, sfruttando anche le immense potenzialità offerte dal mercato online, Ornella Auzino è riuscita in pochi anni a trasformare un’esperienza di probabile fallimento in una storia in cui trionfano competenza e onestà. Il suo brand si è imposto sul mercato della moda grazie ad una qualità altissima che si riversa sulle sue creazioni artigianali, che hanno riscosso successo tra alcuni dei più altisonanti mostri sacri dello stile come Gucci e Prada, che sono oggi divenuti suoi committenti. L’ascesa di Auzino non rappresenta solamente un riscatto personale, ma addirittura collettivo. Dimostra, insomma, che un ideale perseguito con costanza è più forte di qualsiasi ostacolo.

> di Giuseppe Picciano

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