Dalle periferie, accanto agli ultimi
17 Giugno 2019
Il forte impegno a favore delle fasce più deboli e povere e l’attenzione ai problemi della città caratterizzano l’attività della Comunità di Sant’Egidio, nata a Roma nel 1968 e presente a Napoli da quasi cinquant’anni.
“Papa Francesco ha detto che Sant’Egidio si esprime attraverso 3 P: Preghiera, Poveri e Pace – ricorda Marco Rossi responsabile diocesano della Comunità a Napoli -. Una definizione semplice e folgorante, che rispecchia le caratteristiche della Comunità di Sant’Egidio. Vangelo e poveri sono l’architrave di questa Comunità che ogni sera si riunisce per la preghiera nella Chiesa di S. Nicola a Nilo, nel cuore del Centro storico”.
Una fitta rete di servizi sociali e culturali raggiunge oggi bambini, adolescenti, anziani, immigrati e disabili, sia della periferia che del centro storico, “perché – continua Marco Rossi – la vita di una città, secondo Sant’Egidio, si capisce partendo dalle periferie”.
I primi interventi sono stati realizzati a favore di minori di famiglie in difficoltà, soprattutto nei quartieri più popolari di Napoli. Sono sorte per aiutarli le Scuole della Pace, che accolgono centinaia di minori. “Il tratto essenziale è la scelta di un rapporto autorevole – prosegue Rossi -: li seguiamo il pomeriggio, non solo nei compiti, ma nell’educazione alla pace ed alla mondialità; insegniamo loro ad ascoltare e a rispettare l’altro e siamo vicini alle famiglie”.
Altro capitolo importante della storia di questa Comunità riguarda gli anziani: “sono un volto meno visibile, ma molto dolente della povertà a Napoli – sottolinea il responsabile -, perché sono in crescita. Napoli è stata una città molto giovane, ma diventerà rapidamente molto vecchia. La grande malattia degli anziani è la solitudine: noi interveniamo anzitutto con la visita, la memoria, l’amicizia, la vicinanza nei momenti difficili e l’intuizione, che va avanti da qualche anno, di far incontrare piccoli e anziani”. Centri per l’accoglienza, volontari che si recano a domicilio e possibilità di partecipare a soggiorni estivi, sono solo alcune delle iniziative in loro favore.
La sensibilità dei volontari di Sant’Egidio è stata negli anni sempre più colpita dalla condizione di chi vive in strada. Quattro giorni alla settimana si recano agli angoli di Napoli dove si rifugiano i senza dimora, portando loro pasti caldi, bevande, coperte e tanta amicizia. “In tutta la Campania vivono per strada 1.500 persone – ribadisce Rossi –; il fenomeno cresce e tocca un numero sempre maggiore di persone: per una malattia, per la perdita del coniuge si allenta la rete dei rapporti e si finisce per strada”.
Dal 1989, per promuovere l’integrazione dei lavoratori immigrati, la Comunità organizza una Scuola di lingua e cultura italiana, riconosciuta dal MIUR, che rappresenta un importante riferimento e uno spazio di accoglienza, perché “crediamo fortemente che, anche semplicemente dal punto di vista demografico, abbiamo bisogno dell’apporto degli immigrati”.
Più di 700 i volontari che in Campania seguono anche tante altre iniziative meritevoli: dagli interventi per l’inserimento sociale delle persone disabili, a quelli per la scolarizzazione dei bambini Rom. Ogni anno poi, la Comunità festeggia il Natale insieme ai suoi amici: senza fissa dimora, anziani, disabili, rom, minori e immigrati.
Tutto questo grazie al fatto che “l’Italia ha un volto solidale molto più forte dei venti un po’ intolleranti che soffiano – conclude Marco Rossi – e c’è bisogno di cogliere tutto il bene che la gente vuole esprimere”.
www.santegidio.org
> di Tina Andreoli