Le meraviglie creative
01 Agosto 2019
Fa tappa a Napoli la rassegna dedicata alle nuove frontiere della crescita
La nuova sfida è progettare il futuro secondo una visione poetica della vita
È da alcuni anni che cerchiamo di proporre un modo diverso, creativo, progettuale, di affrontare il grande tema dell’innovazione e delle nuove frontiere della crescita e dello sviluppo. Il Tour 2019 del Festival della Crescita ha proposto il tema in diverse tappe: a Milano (9 aprile), Torino (16 aprile), Napoli (6 e 7 maggio) e Firenze (13 maggio). Il presupposto concettuale da cui si è deciso di partire ripropone una celebre affermazione di T.S. Eliot: il genere umano non può reggere troppa realtà.
Ciò significa che l’umano ha la grande responsabilità di immaginare il futuro e non solo di vivere il presente in modo istintivo come le altre specie animali: dobbiamo progettare il futuro e, sulla base della nostra capacità di “disegnarlo”, vivere anche il presente e perfino rileggere il passato in modo creativo. La meraviglia creativa diventa così uno stile di pensiero, un mindstyle, che anche nell’attività di consumo alimenta la figura del ConsumAutore, che non assorbe passivamente le influenze della comunicazione pubblicitaria e/o di opinion leader e testimonial, ma elabora autonomamente gusti e stili sempre più personali. Dobbiamo tessere un compromesso con il reale per poterlo sopportare: dobbiamo rappresentarlo, attraverso le nostre idee, desideri, speranze. Ciò significa immaginare diversi percorsi, processi, vere e proprie avventure del pensiero con le proprie mappe mentali.
Le mappe – e in particolare quelle delle menti creative – non servono a raggiungere una destinazione ma a rappresentare il mondo, come qualcosa di bello e avventuroso. Se la bussola è sostituita dagli algoritmi, e si rinuncia a disegnare le mappe, si finisce per perdere il senso dell’orientamento ma anche il gusto della rappresentazione e del progetto. Non è colpa della Rete ma della nostra pigrizia mentale, della mancanza di tempo, di energie, di coraggio. Rinunciare alla progettazione del pensiero significa rinunciare al costrutto più umano del nostro esistere e abitare il mondo.
È questa la nuova sfida per il Sistema Italia, e questo è stato il tema affrontato nelle diverse tappe del festival dedicate a creatività e cultura del pro- getto, coinvolgendo imprenditori come Alberto Alessi e Andrea Illy, docenti come Elisabetta Cianfanelli, Salvatore Cozzolino, Francesco Izzo e Laura Milani, architetti/designer come Giulio Ceppi e Mario Trimarchi, manager come Grégoire Chové di Arval Italia ed Emilio Genovesi di Material Connexion Italia, art curator come Caroline Corbetta e creativi come Paolo Iabichino e Felice Limosani. Abbiamo cercato di insegnare cosa significa la qualità poetica della vita e quindi far sentire e far prendere coscienza del sentimento estetico: nella metamorfosi che dobbiamo affrontare sarà una chiave decisiva per risollevare il mondo.