I prigionieri della memoria
27 Ottobre 2020
Con progetto pilota di alto valore umano e innovativo l’Unione Musicisti e Artisti Italiani, presieduta da Franco Branco, ha avviato la sperimentazione, presso il CTO, degli interventi de “I prigionieri della memoria”, una serie di incontri finalizzati al miglioramento dei livelli di performance cognitiva delle persone affette da tale patologia, contribuendo, in tal modo, alla riduzione dei carico e del distress sui familiari. L’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Banco di Napoli, presieduta dalla dottoressa Rossella Paliotto e viene sviluppata in convenzione con l’AORN – Ospedali dei Colli, diretta dal dr. Maurizio Di Mauro. Gli incontri-laboratorio, condotti presso il CTO, unico Centro Alzheimer pubblico in Campania, dal maestro del Coro Giuseppe Schirone e del maestro Romeo Barbaro per le percussioni, con l’apporto di psicologi ed esperti di riabilitazione, si basano sull’ascolto, e sull’esperienza canora, coreutica e ritmica di brani di repertorio di musica tradizionale e leggera, fortemente vincolato alla precedente esperienza di vita dei pazienti. Il percorso, che intende facilitare i pazienti nel ri-orientamento al reale e nel recupero delle relazioni sociali, si avvale della direzione scientifica del dr. Bruno Ronga, direttore UOC Neurologia e Stroke del CTO, che lo ha integrato con indicazioni terapeutiche e la disponibilità di professionisti dedicati, in linea con i percorsi già in atto presso la struttura.
«Il nostro obiettivo, oltre ad affermare la Musicoterapia come forma di supporto assistenziale e di relazione – sottolinea Branco –, intende sviluppare ‘best practices’ per una rete tra associazioni, volontariato e strutture pubbliche e private».
Il progetto punta al recupero di alcune delle facoltà inibite dall’Alzheimer, favorendo le reazioni comportamentali quali il sorriso e i movimenti corporei, focalizzando l’attenzione e la prontezza, per facilitare l’interazione e lo sviluppo di contatti sociali, l’espressione dei sentimenti e un maggiore coinvolgimento con l’ambiente circostante.
«Vogliamo sviluppare un ampio confronto su questi temi – conclude Franco Branco – per sostenere percorsi condivisi sulle modalità di assistenza, anche domiciliare, basate sulla musicoterapia. Il nostro progetto e le modalità di intervento si inseriscono in un auspicato potenziamento della rete dei servizi e degli interventi a sostegno del malato e dei caregivers».
Il forte valore dell’iniziativa va oltre la sua dimensione ludico e assistenziale: “I prigionieri della memoria”, infatti, è un vero e proprio progetto che vede impegnati, nella sua realizzazione, proprio i partecipanti del corso, attraverso un percorso di preparazione di uno spettacolo natalizio che li vede direttamente protagonisti sia per la parte musicale, sia in veste di indossatori per una sfilata di abiti anni ’50.
La Redazione