Dai vaccini agli anticorpi monoclonali: le nuove armi contro il Covid
25 Gennaio 2021
Vaccinatevi e vacciniamoci in sicurezza. Per proteggere noi stessi e gli altri, afferma Roberto Ieraci, referente scientifico per le vaccinazioni della Asl Roma 1
Sono più di 180 i candidati vaccini contro il Sars-Cov2 in fase di valutazione, 40 quelli già in fase 3, ovvero la fase di sperimentazione sull’uomo. Mentre la comunità scientifica chiede verifiche sul vaccino di Oxford/AstraZeneca, Gran Bretagna, Brasile, India e Sud Africa hanno già ripreso le sperimentazioni in seguito alla pausa comunicata dall’azienda farmaceutica. Quali sono dunque le armi anti-Covid attualmente in fase di studio? E quali strumenti sono già a disposizione per la tutela della nostra salute? A quasi un anno dalla diffusione globale del Covid-19, la situazione sul fronte della ricerca appare promettente, con un avanzamento veloce nella comprensione del meccanismo patogenico del virus (ovvero i processi attraverso i quali si sviluppa la malattia) e nella sintetizzazione di un vaccino efficace. Risultati clinici che generalmente richiedono anni di ricerca sono stati raggiunti in pochi mesi con l’impegno dell’intera comunità scientifica. Tuttavia appare ancora una volta necessario sottolineare la necessità di praticare la prevenzione, sopratutto nelle fasce più a rischio: è necessario allenare le proprie difese immunitarie a partire dalle vaccinazioni antinfluenzali. «Non aggiungiamo epidemie alla pandemia. Vaccinatevi e vacciniamoci in sicurezza. Per proteggere noi stessi e gli altri, senza rimandare gli appuntamenti».
È l’invito alla prevenzione lanciato anche tramite social da Roberto Ieraci, referente scientifico per le vaccinazioni della Asl Roma 1. Un appello che sottolinea la crucialità delle vaccinazioni in un panorama ancora pesantemente caratterizzato dall’aumento dei contagi da Coronavirus. Di fatto, secondo l’AIFA, vista l’attuale situazione epidemiologica è necessario «offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione.»
I vaccini sono la soluzione più efficace per stimolare le difese immunitarie in modo tale da renderle più pronte ed efficienti in seguito al contatto con un agente patogeno. Vaccinarsi è una responsabilità che garantisce protezione individuale e collettiva alla quale non possiamo rinunciare. Attualmente, data la recente comparsa del Covid-19 e le incertezze sulla risposta immunitaria prodotta in seguito alla somministrazione di un ipotetico vaccino, la ricerca si sta muovendo in più direzioni.
Sono tre le tipologie di vaccino in fase di sviluppo e osservazione:
Il Vaccino a RNA, ovvero una sequenza di RNA sintetizzata in laboratorio che viene iniettata nell’organismo umano con il compito di indurre le cellule a creare una proteina simile alla struttura del virus in modo che il nostro corpo produca anticorpi attivi contro il virus.
Il Vaccino a DNA, funziona tramite l’iniezione di un frammento di DNA sintetizzato in laboratorio che indurrà la produzione da parte del nostro organismo di una proteina simile a quella da annientare (stimolando la reazione immunitaria).
Con il Vaccino proteico, invece, una parte della struttura virale (proteine o frammenti del caspide virale) viene iniettata nell’organismo insieme ad adiuvanti della risposta immunitaria, in modo da “aiutare” il nostro corpo a sviluppare anticorpi specifici.
Un altro fronte su cui sta avanzando la ricerca è lo studio sugli anticorpi monoclonali, molecole biologiche capaci di individuare e annientare un determinato antigene. Tra le eccellenze italiane che da marzo 2020 sono scese in campo nella lotta al Coronavirus, spiccano i ricercatori e le ricercatrici del MAD (Monoclonal Antibody Discovery) Lab di Fondazione Toscana Life Sciences (TLS), coordinato dal professor Rino Rappuoli. Un progetto dedicato allo sviluppo “di anticorpi monoclonali umani in risposta all’infezione da SARS-Cov-2”. L’obiettivo del MAD Lab è sviluppare una terapia partendo dalla selezione dell’anticorpo monoclonale più potente capace di neutralizzare il virus. «Si sta aprendo per noi una fase di ricerca estremamente interessante per caratterizzare tutti questi anticorpi monoclonali umani dal punto di vista biologico, strutturale e funzionale – come afferma Claudia Sala, Senior Scientist del MAD Lab presso Fondazione Toscana Life Sciences –. Uno di questi tre anticorpi è stato il primo identificato come potente che si è confermato tale ormai in diversi esperimenti ed è dunque già stato espresso e purificato in laboratorio. Grazie alla sequenza del DNA che codifica per questo, abbiamo potuto produrlo in vitro e purificarlo, verificando come anche questa versione è una variante “mutata”, cioè migliorata nelle sue proprietà funzionali, mantenga attività neutralizzante nei confronti del virus». In conclusione Sala ha aggiunto «Siamo molto ottimisti sul prosieguo dello sviluppo e sulla sicurezza e potenzialità terapeutica». L’obiettivo è di poter avviare entro la fine del 2020 i test clinici sull’uomo.
di Silvia Barbato