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Il Fiume di Lava

  17 Luglio 2021

Il nuovo sentiero n° 9 nel Parco Nazionale del Vesuvio parte dal territorio del comune di Ercolano e segue la ciclopica colata lavica del 1944, nel corso dell’ultima eruzione 

 

Il Parco Nazionale del Vesuvio, localizzato al centro della vasta area metropolitana di Napoli, nasce ufficialmente nel 1995 per tutelare l’unico vulcano continentale attivo d’Europa nonché uno dei più famosi al mondo. Il suo territorio si estende per oltre 8.000 ettari e comprende 13 comuni. 

Il Parco non solo consente la tutela di un ambiente naturalisticamente tra i più suggestivi e ricchi di biodiversità ma conserva al suo interno una cultura che riguarda feste religiose, canti, folklore, eventi e lavorazioni artigianali che vanno dal corallo al rame. 

Degli 11 sentieri esistenti del Parco Nazionale del Vesuvio, il sentiero n. 9, Il Fiume di Lava, è quello più breve, ma sicuramente tra i più suggestivi. Il sentiero percorre il bordo inferiore del cratere del Vesuvio e permette di ammirare la colata lavica del 1944 che conferisce uno scenario lunare al percorso, caratterizzato da ginestre e un panorama mozzafiato su tutta la città di Napoli, sulla zona flegrea e le isole. 

L’inaugurazione del sentiero è avvenuto il 2 marzo 2020 alla presenza dell’allora Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Gli interventi di recupero del sentiero rientrano nel Grande Progetto Vesuvio, una serie di investimenti pluriennali volti al rilancio complessivo dell’area protetta. I diversi ambiti di intervento riguardano la riqualificazione dei sentieri esistenti, la realizzazione delle interconnessioni mancanti e delle cosiddette salite storiche per un totale di circa 90 km. 

Il punto di partenza e arrivo è nei pressi dell’Osservatorio, ha una lunghezza di 1039 metri e si raggiunge la quota massima di 568 metri s.l.m. 

Questo breve sentiero consente di giungere alle colate laviche che sono discese verso valle tra il Gran Cono e il Monte Somma. 

Per ridurre l’effetto erosivo delle acque meteoriche, sono stati inseriti dei gradini e dei rompitratta lungo il tracciato, al fine di trattenere e stabilizzare il piano di calpestio del sentiero. 

Per la brevità del percorso e per il basso grado di difficoltà, il Fiume di Lava è indicato anche per le scolaresche che possono abbinare la visita del sentiero con quella dell’Osservatorio Vesuviano che espone antichi strumenti scientifici e ospita una mostra permanente sull’affascinante mondo dei vulcani. Appena imboccato il tracciato, si procede in discesa immergendosi in un bosco di latifoglie, superato un gradone, ci si immette in una strettoia sulle cui pareti sono evidenti le pomici del 79 d.C., fino ad arrivare ad uno slargo, punto di incontro con il tracciato in discesa del sentiero 8 (il trenino a Cremagliera), dove si nota la presenza di un pozzo di età borbonica per la raccolta dell’acqua piovana. Ripreso il cammino, dopo un primo tratto in salita, il selciato si presenta pianeggiante. Tra le piante che è possibile ammirare troviamo l’euforbia, l’edera, la rosa selvatica e il tamaro, mentre in primavera è possibile apprezzare alcune specie di orchidee. Ovviamente non può mancare la ginestra che in primavera caratterizza di colore giallo tutto il Vesuvio. Il tratto di macchia mediterranea conduce al “fiume di lava”, colonizzato dal lichene pioniere Stereocaulonvesuvianum, che gli conferisce una tipica colorazione grigio-argentea. Il belvedere caratterizzato da uno spuntone roccioso permettere di allargare lo sguardo su tutto il golfo partenopeo con le sue isole e sui Cognoli di Giacca e di Trocchia del Monte Somma. La colata lavica risale all’eruzione del 1944, l’ultima avvenuta: furono emessi 21 milioni di metri cubi di lava, distrutti numerosi centri abitati e le ceneri giunsero fino in Albania. 

di Arcangelo Pisano 

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