Narrare il Sud: L’oro della Costiera Amalfitana, il limone.
12 Gennaio 2021
La Costiera Amalfitana è famosa in tutto il mondo per i suoi panorami e per la spettacolare bellezza del suo territorio, al punto da essere iscritta da molti anni come patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Da sempre l’uomo ha dovuto convivere in uno scenario tanto suggestivo ma allo stesso tempo difficile da modellare se non con i terrazzamenti, senza i quali la coltivazione in generale e quella del limone in particolare sarebbe stata molto difficile. Sono proprio i terrazzamenti a rendere ancora più caratteristico il panorama della costiera che, oltre a permettere lo sviluppo di giardini di limoni su terreni verticali, sono determinanti per l’assetto idrogeologico e morfologico del territorio costiero.
La coltivazione del limone in costiera ha origini antiche. Il limone viene importato dagli arabi e trova largo impiego soprattutto per prevenire malattie quali lo scorbuto. La repubblica marinara di Amalfi durante la sua gloriosa storia disponeva per le proprie navi scorte abbondanti di questo frutto. Da allora in poi il suo commercio ha trovato largo successo soprattutto verso i paesi nord europei e verso metà ‘800 anche verso Stati Uniti, Russia e Francia. Attualmente il limone amalfitano viene coltivato su circa 400 ettari, con un raccolto medio annuo di circa 8 mila tonnellate. Quello della raccolta, che avviene più volte l’anno e in particolare nel periodo estivo, è la parte di lavoro più dura e faticosa, occorre infatti una manovalanza forte ma allo stesso tempo qualificata (i contadini della zona vengono chiamati “contadini volanti” per la loro destrezza e agilità di movimento tra i pergolati). Non mancano comunque problemi legati all’abbandono delle coltivazioni o della mancata raccolta dei frutti, per la difficoltà d’accesso e l’esiguità dell’ampiezza aziendale. Il problema dell’accessibilità ai fondi, posti nelle celebre “terrazze”, è da sempre la principale preoccupazione degli operatori agricoli dell’area. In passato per esempio il trasporto dei frutti avveniva con le ceste poste sul capo delle donne; questo non avviene più per fortuna, in quanto si è risolto il problema, seppur parzialmente, con le teleferiche.
Il duro lavoro, i terrazzamenti, il microclima, la miscelazione dei venti, i pergolati che supportano e mantengono riparate le piante, le coperture con reti di plastica in inverno, fanno del Limone in Costa d’Amalfi un frutto unico per le sue qualità organolettiche tanto da ricevere l’Indicazione Geografica Protetta che ha consentito di valorizzare e tipizzare questo prodotto di pregio che oggi è apprezzato a livello nazionale e internazionale. Il “Limone Costa d’Amalfi” IGP è presente in tutti i comuni della Costiera Amalfitana, e precisamente: Amalfi, Cetara, Conca dei Marini, Furore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti, Vietri sul Mare.
Il nome della varietà Sfusato Amalfitano, che dà luogo alla Indicazione Geografica Protetta “Limone Costa d’Amalfi”, racchiude due caratteristiche importanti: una riguarda la zona in cui viene prodotto,
la costiera appunto, e l’altra è la forma affusolata del frutto, da cui il termine “sfusato”. L’aroma e il profumo sono intensi e molto forti, il succo abbondante e molto acido, si presenta giallo paglierino e con pochi semi. Per queste sue caratteristiche è largamente usato in cucina. Il limone, intero, a fette, o anche solo come ingrediente, è sempre presente accanto alle principali pietanze. . Tra i prodotti trasformati, sicuramente va menzionato il “limoncello”, il famoso elisir tipico della zona che ha alimentato un importante indotto economico per tutta l’area. L’impiego dello Sfusato amalfitano si estende anche al settore dolciario, in quanto l’aroma inconfondibile di questo prezioso frutto è alla base di tante specialità del posto, come le mitiche “Delizie”, i “babà al limoncello”, le torte, i profitteroles, i cioccolatini ed altri dolciumi tipici locali.
Gli elevati costi di produzione e la forte concorrenza stanno spingendo molti produttori a diversificare la propria offerta che permette alle aziende così di sopravvivere. La coltivazione del limone Costa d’Amalfi infatti risponde ad un’agricoltura che oggi è sempre più votata alla multifunzionalità. Molti produttori per esempio si sono riuniti in consorzi che utilizzano anche gli “scarti” per avere dei prodotti derivati per esempio legati alla cosmetica (creme, deodoranti, profumi). Altri produttori invece abbinano l’aspetto agricolo a quello turistico per proporre tour nei limoneti o cooking class.
Arcangelo Pisano