Movida e pandemia
13 Febbraio 2021
Le soluzioni dei giovani per non rinunciare al divertimento nel rispetto delle norme anti-Covid
Questa pandemia sembra non finire mai!”. È così che i giovani rispondono quando gli viene chiesto il loro punto di vista sull’emergenza Covid. E come dargli torto? Alcuni si lamentano dell’inefficacia della DAD (didattica a distanza), altri hanno perso il lavoro che permetteva loro di pagarsi gli studi, altri ancora vedono le restrizioni imposte dal governo come “un’inutile rottura”. Tutti, però, sono d’accordo su una cosa: “Finché sarà possibile non rinunceremo all’uscire e al divertirci”. Ma aspettate prima di indignarvi, perché se è vero che molti ragazzi lo fanno incuranti delle regole, la maggior parte ha invece trovato uno o più modi per stare insieme rispettando le norme anti-contagio.
«Chi abita lontano dai grandi centri abitati è sicuramente avvantaggiato» ci racconta Lisa. Lei vive nel piccolo paese di Gioia Sannitica (CE), circondata da boschi, campagne e case rurali, dove i ragazzi continuano a incontrarsi la sera anche solo per delle semplici passeggiate. «Chiaramente abbiamo dovuto modificare le nostre abitudini per poter rientrare entro l’inizio del coprifuoco», ci ha spiegato. E, sebbene la vita in un piccolo comune isolato tra le montagne possa sembrare noiosa, le serate tra giovani continuano a svolgersi in piazza, rigorosamente distanziati e armati di mascherine e strumenti musicali. «La mattina invece facciamo tutti colazione al bar, anche lì rispettando le dovute regole. È un piccolo gesto che serve a dare una grande mano all’economia della nostra comunità».
A contrapporsi alla vita nelle provincie più recondite è la quotidianità dei giovani napoletani, abituati sia alla movida che alle passeggiate e alle cene tra amici. «Per via della chiusura anticipata dei locali non abbiamo molto altro da fare per strada. Ma soprattutto il pensiero del coprifuoco ci impedisce di trascorrere la serata con i ritmi a cui eravamo abituati», ci racconta Gaia che da brava studentessa ha deciso sfruttare il maggior tempo libero per dedicarsi allo studio. È così che lei e la sua amica Erika, studiando insieme, hanno superato brillantemente l’esame di Chimica Organica II. Loro, infatti, si sono divertite così: tra partite a pictionary, sostituzioni nucleofile, bicchieri di vino e serie TV.
«Cosa ci manca della vita pre-Covid? Beh, sicuramente il conoscere nuove persone e stringere amicizie».
«L’unica cosa che conta è la compagnia, e quella le restrizioni non possono togliercela – ci spiega poi Salvatore -. Coprifuoco? Ci basta scendere prima per trascorrere lo stesso numero di ore insieme. Nuovo lockdown? Ne approfitterò per studiare, leggere e imparare a suonare».
Ironia della sorte c’è anche chi ci ha raccontato di essere più impegnato di prima! «Avendo più tempo a disposizione ho assunto più responsabilità sul lavoro, ho iniziato a studiare con maggiore intensità, a realizzare piccoli progetti – ci racconta Andrea -. Tutto è partito con il fai-da-te, poi mi sono dedicato alla cucina e qualche giorno fa mi sono ritrovato a sintetizzare rubini artificiali emulando il metodo Verneuil, ovvero la fusione a fiamma. Non so nemmeno io come sia arrivato fino a quel punto».
Non sono mancate poi le idee più stravaganti. Tra queste ricordiamo l’aperitivo fai-da-te sugli scogli (rigorosamente alle 18:01) con birre e patatine comprate poco prima, una sorta di protesta per esprimere dissenso nei confronti della chiusura dei bar. Insomma, la vita dei nostri ragazzi prosegue lo stesso grazie alla loro capacità di adattamento. Certo, il coprifuoco imposto dai genitori forse era più piacevole ma, fortunatamente, ai ragazzi non manca la capacità di arrangiarsi.
di Andrea Grillo