OSANNAPLES
13 Aprile 2021
Racconto di un Rock che compie 50 anni
Quando una giovane donna, autrice e studiosa di cinema, viene contagiata dall’amore per il rock progressivo e per la città di Napoli è proprio allora che nasce un piccolo capolavoro. È il caso di Deborah Farina, autrice e regista del docufilm Osannaples interamente dedicato alla storia e alla musica del gruppo prog-rock Osanna, la storica band napoletana antesignana del Naples Power che continua ancora oggi a mietere successi.
Gli Osanna quest’anno celebrano 50 anni si carriera e lo fanno con tre pubblicazioni: il nuovo album dal titolo Il Diedro del Mediterraneo, il libro Sulle note di un veliero scritto da Franco Vassia e con il documentario Osannaples della citata Deborah Farina. Questo di Deborah Farina è stato un lavoro lunghissimo durato circa tre anni tra scrittura, produzione e post produzione realizzato dalla stessa regista con l’appoggio del suo protagonista: Lino Vairetti, cofondatore degli Osanna con Danilo Rustici.
La ricostruzione della storia degli Osanna parte dall’uscita, nel 1971, del loro primo album “L’uomo” e viene raccontata dalle due line up protagoniste, dagli Osanna storici Lello Brandi (basso), Massimo Guarino (batteria) e Danilo Rustici (chitarra) e gli Osanna attuali Gennaro Barba (batteria), Pasquale Capobianco (chitarra), Nello D’Anna (basso), Sasà Priore (tastiere), Irvin Vairetti (tastiere, synt, voce).
Girato completamente in Campania (Napoli, Castel Volturno, Pozzuoli e Castelvicita), Osannaples porta alla luce le radici sulle quali è cresciuto, esponenzialmente, il Naples Power, tra cui, da una parte, il graduale allontanamento dei giovani musicisti ‘alternativi’ dell’epoca dalla secolare tradizione melodica partenopea, dall’altra il fondamentale apporto dato dalla musica black, soul, rithm’n’blues portata e suonata, nel dopoguerra, dagli angloamericani della base Nato di Bagnoli.
Attraverso una accurata ricerca antologica il film ricostruisce il periodo storico sia da un punto di vista sociale che politico, i filmati ‘vintage’, per la maggior parte inediti, si alternano alle immagini contemporanee. Accanto alle voci dei teorici dell’allora nascente movimento, quali Raffaele Cascone a Renato Marengo, si rivivono momenti di intensa astrazione psichedelica, ogni musicista della band, truccato e con il saio addosso, appare come un antico sacerdote, guardiano del tempo e dello spazio nel quale naviga.
Nella storia gli Osanna si pongono come assoluti innovatori sia nella veste primaria di musicisti sia in quella di organizzatori. Infatti fu loro l’idea e la realizzazione dello storico raduno ‘hippie’ Be-in nel 1973, sulla collina dei Camaldoli con la collaborazione di Gennaro Manna proprietario del villaggio Kennedy che ospitò l’evento.
Osannaples, oltre a voler storicizzare la nascita e lo sviluppo di un fenomeno apparentemente locale, si apre al mondo del progressive attraverso le testimonianze dei suoi maggiori protagonisti sia a livello nazionale che internazionale: da David Jackson (Van Der Graaf Generator) a David Cross (King Crinsom), da Carl Palmer (Emerson Lake and Palmer) a Gianni Leone (Balletto di Bronzo), da Vittorio De Scalzi (New Trolls) a Aldo Tagliapietra (Orme) e Enzo Vita (Rovescio della medaglia). Brevi accenni di un’epoca a cui si mescolano i ricordi di chi c’era come Fabrizio D’Angelo, Enzo Petrone, Gianni Guarracino, Paolo Raffone, Gino Aveta, Guido Bellachioma, Tonino Di Ronza, Pino Tuccimei, Franco Vassia, Giorgio Verdelli, fino ai camei di Giampiero Ingrassia nel prologo di There will be time e quello di Pino Mauro in un lontano Festival di Napoli.
Nell’opera filmica di Deborah Farina, Osannaples, che è stata selezionata nella settima edizione del Seeyousound International Film Music Festival di Torino nella sezione “Into the groove”, troviamo anche le performance attoriali di Luciano Barbarisi (l’Incensiere), di Antonio Perotti (il Re), Carlo Alberto Puca (il Potere), Daniela Lammoglia (Pulcinella), oltre ad un prezioso omaggio al compianto Beppe Palomba e la voce divertita del giovane Pino Daniele a suggellare, tra metamorfosi, paradossi e felicità, la grande bellezza di quel tempo passato, ma sempre presente e vivo, come la musica e la creatività degli Osanna.
di Bob Lovano