PROCIDA, L’ISOLA CHE UNISCE
20 Aprile 2021
Nata dal fuoco, la più piccola e la meno famosa tra le isole campane, sarà la Capitale italiana della Cultura 2022
Procida, con una superficie di circa 4 kmq, è la più piccola delle isole partenopee e ha conservato quasi inalterata la sua identità mediterranea. Si presenta ancora oggi per alcuni versi come un’isola da “scoprire”, carica di un fascino particolare per il silenzio delle stradine, i colori vivaci degli antichi edifici, i quartieri affacciati a grappoli sulle marine.
La dimensione patrimoniale e paesaggistica è straordinaria. Questa è una delle motivazioni che hanno portato Procida ad essere designata recentemente come Capitale italiana della Cultura 2022. Con lo slogan “La cultura non isola” il progetto ha sbaragliato la concorrenza di città quali Ancona, Vol- terra, Trapani, Bari e Taranto solo per citarne alcune.
Un’isola, per usare le parole del sindaco Raimondo Ambrosino subito dopo la proclamazione, che è «metafora di tanti luoghi e amministrazioni che hanno riscoperto l’entusiasmo e l’orgoglio per i pro- pri territori».
Procida è un pezzo dei Campi Flegrei in mezzo al mare. Come sappiamo l’area flegrea è un’antica cal- dera vulcanica dove nel corso dei millenni con le sue esplosioni ha dato vita a innumerevoli crateri e oggi si contraddistingue per il noto fenomeno del bradisismo (il lento movimento del suolo verso l’alto e verso il basso). Nella morfologia di Procida, essendo collegata geologicamente all’area flegrea, si scorgono infatti rilievi e insenature derivanti da crateri spenti. Ne è un esempio l’isolotto di Vivara (collegato a Procida tramite un ponte) che assieme al promontorio di Santa Margherita costituisce i resti di un cratere vulcanico nato circa 40.000 anni fa.
L’attuale nome dell’isola deriva da quello di epoca romana Prochyta. Secondo una delle ipotesi più accreditate questo nome deriva da Prima Cyme, ovvero “prossima a Cuma”. Procida e Vivara furono raggiunte nell’antichità prima dai micenei e poi dai coloni greci che fonda- rono Cuma, la colonia greca più antica d’occidente. Un lembo di terra quindi ricco di storia ma anche cultura e tradizione marinara.
Tra le immagini e i luoghi più famosi dell’isola c’è Marina di Corricella. Un porticciolo che sorprende con la sua deliziosa architettura di casette intricate e ammassate l’una sull’altra: un intreccio di vicoli su cui si aprono porte e finestre, a formare quasi un palcoscenico naturale. Sull’architettura dell’isola ci sarà una mostra di un grande maestro della fotografia, Mimmo Jodice.
Altro luogo incantevole di Procida è Marina di Chiaiolella, un’incantevole insenatura semicircolare chiusa dal promontorio di Santa Margherita Vecchia. Il lungomare è la passeggiata turistica per eccellenza dell’isola, con la magnifica spiaggia incastonata nella baia. Il borgo di Terra Murata, che si erge sul ciglio della parete tufacea a picco sul mare, è invece il cuore dell’isola. Questo singolare quartiere-città, che racchiude fra le mura casette con corti e giardini, chiese palazzi e il castello, è rimasto pressoché intatto per trecento anni.
L’edificio dominante del borgo è Palazzo D’Avalos. Nel 1563 il cardinale Innico d’Avalos avviò la costruzione del Palazzo e delle mura fortificate attorno all’abitato. Il palazzo rimase alla famiglia d’Avalos sino agli inizi del XVIII secolo; divenne quindi palazzo reale, in seguito collegio militare e infine carcere fino al 1988. Proprio dall’ex carcere borbonico si sono avviate già da tempo una serie di attività culturali, a partire dall’istallazione di Alfredo Pirri, e si stanno raccogliendo le adesioni di importanti artisti internazionali per gli eventi in programma l’anno prossimo.
Uno dei cardini su cui si sta puntando per lo sviluppo dell’isola, quindi, è proprio la cultura, intesa come ponte per unire le persone. Un tema quanto mai attuale, soprattutto in questo momento storico, in quanto la cultura non isola e la recente pandemia ce l’ha dimostrato. Una cultura che per la natura stessa dell’isola, passa anche dal mare, come luogo di esplorazione e conoscenza.
Molto importanti saranno anche le mostre in programma come Le origine greche dell’Italia meridionale in collaborazione con il Parco Archeologico dei Campi Flegrei e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La cerimonia d’apertura coinvolgerà l’isola e la terraferma in particolare l’area di Bagnoli.
Non ci resta che attendere quindi il grande evento: «Un’opportunità storica per un piccolo comune e la piccola isola – ha affermato Raimondo Ambrosino – che senz’altro coglieremo per rendere l’Italia orgogliosa di questo riconoscimento».
Noi già lo siamo!
di Arcangelo Pisano