La Federico II sperimenta un vaccino in compresse
08 Maggio 2021
Lo studio arriva dalla società Nextbiomics, una spin-off dell’Università federiciana
Un vaccino tutto napoletano. Arriva dall’Università Federico II e non necessità di iniezione. È una sperimentazione clinica contro il virus SARS_COV2 che al posto della classica iniezione, prevede l’assunzione di una compressa che contiene un batterio probiotico per combattere il virus. Tanto è vero che la Nextbiomics, società biotech dedicata alla ricerca e allo sviluppo di probiotici di prossima generazione e spin-off dell’ateneo campano, ha depositato domanda di brevetto per un vaccino batterico contro la sindrome da covid. L’ingegnerizzazione del probiotico Escherichia Coli Nissle 1917, che esprime la proteina Spike del Sars-Cov-2, ha ottenuto un modello innovativo di immunizzazione contro il covid mediante la stimolazione del sistema immune intestinale.
Il vaccino non utilizza un vettore virale, simile a quello di AstraZeneca e quello Johnson&Johnson come l’adenovirus, ma sfrutta la capacità stessa di Escherichia Coli Nissle 1017 di modulare la risposta immune.
«Il vaccino di Nextbiomics –ha spiegato alla stampa il professore Giovanni Sarnelli, socio Co-fondatore e Ceo di Nextbiomics– è simile agli altri già autorizzati, in quanto stimola la risposta immune contro la proteina Spike che il coronavirus usa per infettare le cellule, ma se ne differenzia perché utilizza come vettore un batterio probiotico, già in commercio e largamente utilizzato».
La fase di ideazione della parte scientifica è stata portata avanti con la collaborazione di Sequentia Biotech, società spagnola esperta in genomica. Secondo Walter Sanseverino, Ceo di Sequentia Biotech e socio co-fondatore di Nextbiomics, i dati epidemiologici e l’evoluzione della pandemia da Sars-Cov-2 indicano che i cittadini dovranno continuare a sottoporsi al richiamo vaccinale. Sarà, dunque, importante accelerare lo sviluppo di versioni annuali ad ampio spettro per le varianti mutate del Covid-19 che nel corso del tempo potranno comparire.
«I dati preclinici condotti sui topi, spiega Giuseppe Esposito, docente di Farmacologia all’Università La Sapienza, responsabile scientifico e socio co-fondatore di Nextbiomics, dimostrano che la somministrazione per 5 giorni a settimana, per un totale di 17 settimane, di Escherichia Coli Nissle 1917 ingegnerizzato, è stato in grado di stimolare la risposta immune con la produzione di anticorpi di tipo IgM e IgG, senza che fosse documentato alcun effetto collaterale».
Già diverse aziende farmaceutiche sono interessate ai dati sperimentali per attuare la sperimentazione e portare sul marcato il nuovo vaccino.
La Redazione