Restituire Bagnoli come era 150 anni fa
19 Luglio 2021
l Progetto ABBACO (Restauro Ambiente e Balneabilità), coordinato dalla Szn, Anton Dohrn, porterà alla bonifica ambientale dell’area e alla sua restituzione alla comunità
Un futuro per la baia di bagnoli racchiusa tra il promontorio di Posillipo e il golfo di Pozzuoli. Un tratto di mare incantevole che dai primi anni del Novecento per mano dell’uomo ha subito profondi danni ambientali. Da borgo residenziale e volano per l’economia turistica del terminalismo flegreo, il suo tratto di costa è stato negli anni deturpato dagli insediamenti industriali: nel 1910 venne inaugurata l’Ilva e in seguito l’Eternit e la Cementir. L’impatto antropico fu disastroso. Ma, fortunatamente, nel 2017 è scesa in campo la SZN con Abbaco, progetto di restauro ambientale di ricerca finalizzato al recupero degli ecosistemi ambientali. La SZN coordina il progetto Abbaco, svolto in collaborazione con ENEA-CNR-Università Federico II- Università Parthenope.
Facciamo il punto della situazione con il Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn Roberto Danovaro, massimo esperto al mondo di Mari ed Oceani con un primato nella ricerca marina.
Presidente, nel 2005 fu condotta una prima indagine per la caratterizzazione dello stato di contaminazione dei sedimenti marini e degli arenili. Sono passati 16anni. A che punto siamo?
«Siamo ad un punto di svolta, perché da quando abbiamo avuto l’incarico dal MIUR di compiere questo studio scientifico, lo abbiamo fatto in tempi record. In 12 mesi abbiamo rifatto completamente tutta la caratterizzazione dell’area. I risultati sono stati molto importanti perché più approfonditi rispetto al passato. Siamo andati sino alle maggiori profondità possibili per vedere anche le matrici contaminanti e le abbiamo quantificate. Inoltre abbiamo osservato che l’area contaminata, anche se in maniera moderata, si sta allargando. Questo permette di pianificare l’operazione di bonifica che sarà totalmente a carico di INVITALIA. Tra i nostri partner per una ricerca avanzata: ENEA-CNR-Università Federico II e Università Parthenope. La nostra non è solo un’attività di servizio, ma un’attività scientifica e lo dimostra il fatto che abbiamo pubblicato 2 volumi speciali che contengono tutti i risultati ottenuti e che rappresentano un patrimonio scientifico per la comunità scientifica e non. Il SIN (Sito di Interesse Nazionale) Bagnoli-Corgoglio deve essere bonificato rapidamente per alcune ragioni importanti: la contaminazione che avanza per via delle mareggiate e la salute dei pesci che vivono in quella zona che possono essere a loro volta contaminati e quindi pericolosi per la salute pubblica».
Il ripristino ambientale, una nuova sfida in ecologia. Il reimpianto di praterie di Poseidonia oceanica e di altre specie sta dando degli esiti?
«È la vera sfida. Il decennio 2021-2030 è stato dedicato dalle Nazioni Unite alla Scienza degli Oceani per lo sviluppo sostenibile e per il restauro ecologico. La Szn ha messo insieme queste due priorità attuando, in modo sperimentale, delle tecniche di restauro degli habitat marini con la Poseidonia oceanica e con altre specie come: gorgonie, ambienti coralligeni e spugne. La Poseidonia è stata già impiantata e a distanza di un anno è assolutamente vitale. L’obiettivo è quello di restituire Bagnoli come era 150 anni fa, ovvero un ambiente ricchissimo di biodiversità, tipica del Golfo di Napoli, da poter vivere sia con maschera e pinne che in immersione».
Nell’ambito dell’Agenda dell’economia blu cosa risulta?
«L’economia blu è una delle sfide per il futuro, anche del nostro Paese. In Italia sono stati dedicati 400 miliardi di euro alla protezione e al ripristino ecologico del patrimonio degli ambienti marini e costieri. In realtà si tratta di una grande opportunità perché restituire posti come Bagnoli ad una piena fruizione turistica significa mette in moto il “motore blu” sostenibile che è una delle chiavi del rilancio economico del nostro Paese. Non solo, nell’ambito dell’Agenda sono presenti tutte le opportunità che il mare offre, come per esempio: le energie rinnovabili, le attività di pesca sostenibile o ecocompatibile».
La risorsa mare cosa rappresenta nel futuro del pianeta?
«La risorsa mare rappresenta il futuro del Pianeta in quanto quelle a terra sono sempre più ridotte. Nei prossimi decenni l’80% della popolazione umana sarà concentrata nelle grandi città e lungo le coste. Il rapporto uomo-mare risulterà sempre più fondamentale. Il mare rappresenta un’opportunità straordinaria a livello globale».
di Laura Bufano