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EDITORIALE

               Daniela Ru s so//D ire t tore

                                                      Nella classifica mondiale delle economie più competitive
                                                      l’Italia è ferma al 49° posto, superata ampiamente dal Por-
                                                      togallo che in un solo anno fa un balzo di 15 posizioni per
                                                      raggiungere il 36° gradino di una classifica guidata, anco-
                                                      ra una volta, dalla Svizzera. È quanto emerge dallo studio
                                                      diffuso dal World Economic Forum basato sull’analisi dei
                                                      “12 capisaldi della competitività”, tra cui: istituzioni, infra-
                                                      strutture, macroeconomia, ambiente, salute, formazione,
                                                      mercato del lavoro, tecnologia e innovazione. Ho letto i
                                                      dati qualche settimana dopo il mio rientro dalle vacanze,
                                                      tra Alentejo, Estremadura e Algarve. Il Portogallo è ricco
                                                      di fascino, un Paese capace di incantare. Ancora palpabili
sono i segni di un antico passato di gloria e splendore e di difficili e oscuri anni recenti. Altrettanto forte
e visibile è la voglia di lasciarsi alle spalle la sofferenza che ha piegato una popolazione, le difficoltà
di un’economia che non è mai stata locomotiva d’Europa e ritrovare l’orgoglio dei tempi più lontani.
È un Paese dove si respira energia, nel rispetto e nella tutela delle tradizioni più antiche. È un Paese
giovane, ospitale, privo di arroganza, che sta investendo per migliorare la propria rete infrastrutturale
e avvicinare sempre più le sue regioni. Offre anche al turista un’immagine di sé sinonimo di movimen-
to, al contrario di quanto purtroppo spesso si dice dell’Italia: immobile, ancorata al passato, incapace
di guardare avanti. È questo che fa la differenza in una classifica mondiale, che relega di anno in anno
il nostro Paese in una posizione poco lusinghiera. Cosa fare per favorire un salto di 15 posizioni? Per
essere il Portogallo del 2015? Giovani, formazione, ricerca, innovazione. Sono i capisaldi di una rivo-
luzione culturale da mettere in atto con urgenza. Una rivoluzione che passa necessariamente per le
Università. Ne abbiamo discusso con Gaetano Manfredi, dal prossimo novembre nuovo Rettore dell’a-
teneo napoletano Federico II, la più antica università fondata attraverso un provvedimento statale.
L’abbiamo incontrato per discutere dei suoi programmi per il futuro di uno dei poli universitari tra
i più importanti d’Italia, espressione di vera eccellenza. Anche a Palazzo Partanna, sede dell’Unione
Industriali di Napoli, c’è stato il cambio della guardia e con il nuovo Presidente, Ambrogio Prezioso,
abbiamo fatto il punto su idee e progetti per lo sviluppo della città. Ci siamo, poi, spostati a Pozzuoli
e con Paolo Lubrano, presidente della Fondazione Civitas, abbiamo scoperto come il territorio possa
crescere attraverso la cultura. Immancabili le pagine dedicate allo spettacolo, all’arte e alla moda. An-
che per questo numero siamo andati a caccia di luoghi da riscoprire, storie nuove da raccontare.

Buona lettura

                                                                                                                        7
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