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Vincenzo Perone PERSONE
Giornalista per passione, vincitore per scelta. Del pubblico
Vincenzo Perone, 46 anni, napoletano, con il suo reportage Hotel Scampia
è il vincitore del premio della giuria popolare promosso da Repubblica
tra i migliori video d’inchiesta finalisti al premio di giornalismo Ilaria Alpi 2013.
di Franco Insardà
Come inizia la sua carriera? La sua è una famiglia di giornalisti?
Da studente, a 18 anni, al Per carità, mia madre era funzionaria
quindicinale universitario della Prefettura, mio padre insegnante.
Ateneapoli. Sono diventato Per loro questo era un mestiere assimi-
pubblicista, qualche articolo sul labile alla ballerina di varietà, all’attore
"Giornale di Napoli", nel ’92 senza sicurezze, al saltimbanco.
l’ingresso alla scuola di giornali- Non sapevano proprio, da dipendenti
smo di Bologna. Allora le scuole statali, come si potesse raggiungere la
e i master per il praticantato meta: nessun concorso, nessuna strada
alternativo si contavano sulle certa tracciata, avevano messo in
dita di una mano. Due volte conto in silenzio il mio fallimento, pur
borsista al "Mattino", gestione sostenendomi economicamente e
Zavoli, quando per copie vendu- moralmente quando piombavo nello
te era tra i cinque maggiori sconforto. Poi ce l’ho fatta, penso di
quotidiani del Paese. Uno stage essere stato fortunato.
al "Giornale Radio 3" di Pietro
Buttitta, direttore di grande Con un duro lavoro fatto per tanti anni.
spessore, e poi da giornalista professionista un Sì, sono stato assunto a tempo indeterminato in
anno alla "Città". Il primo contratto in Rai arriva Rai dopo tanti anni di esperienza, beneficiario
nel 1997 a Napoli, poi dodici anni a Roma al Tg3 dell’accordo sui bacini dei giornalisti del servizio
nazionale, con contratti a tempo determinato e nel pubblico più utilizzati negli anni in modo precario.
2008 l’assunzione al Tg3 di Antonio Di Bella, un Sono stato flessibile per 10 anni, più due di cosid-
giornalista perbene. A fine 2009 ritorno a Napoli detto riassorbimento, poi l’agognato posto al sole,
nella redazione di viale Marconi. sudato veramente, sapesse quanti "missili racco-
mandati" ho visto superarmi a destra e a manca.
"Nemo propheta in patria" e chiede di tornare Va bene così, penso positivo. E poi mi pagano per
in una realtà difficile come Napoli. Qualcosa quello che ho sempre desiderato fare, raccontare i
non quadra. fatti agli altri attraverso i miei occhi, che cerco di
Vero, sono tornato in un contesto difficile. Ho tenere sgombri da pregiudizi, stereotipi, condizio-
sempre fatto cronaca e la penso come il chirurgo namenti. Ricordo un’intervista che Montanelli
che col bisturi incide il male per cercare di riportare rilasciò a Biagi: Il giornalismo, disse, è la mia
il bene nel corpo malato. Sono tornato anche per passione, il mio amore, la mia fatica, la mia danna-
gestire da figlio unico alcuni problemi familiari zione, il mio passatempo. Quando ti prende questo
come la malattia di mia madre, una donna impor- diamine di mestiere è totalizzante. A me ha preso.
tante che ha segnato la mia vita e alla quale devo Questo lavoro si impara facendolo: è come il
l’appoggio per avermi sostenuto nella follia di voler cammino di Machado. In questi ultimi tempi ho
diventare giornalista. Poi è passata a miglior vita. avuto prove che me la cavo. Fino a qualche anno fa
Ora sto bene qui, il caporedattore, Antonello non avevo ricevuto testimonianze né riconoscimen-
Perillo, è anche un amico, in futuro si vedrà. ti, che pure un po’ ti fanno crescere l’autostima.
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